L’affittacamere di Valerio Varesi

Il commissario Soneri, ne “L’affittacamere”, è coinvolto in un caso davvero intricato. Parma. Manca poco alle Festività natalizie. Soneri, in servizio insieme al fedele Ispettore Juvara, si trova coinvolto nella morte della famosa affittacamere di via Saffi n. 35, Ghitta Tagliavini, non una sconosciuta per il poliziotto parmense, roso da dubbi e terrorizzato dai fantasmi del passato. Sua moglie Ada, infermiera morta di parto, insieme a suo figlio, l’ha conosciuta proprio lì, nella pensione, ora diventata uno squallido alberghetto ad ore, preferito da uomini potenti e corrotti.

L’inchiesta risulterà difficile ed insidiosa. Tanto da coinvolgere l’anima ed il cuore del poliziotto. Purtroppo, tra strozzini, senza fissa dimora e portatori di bustarelle, Soneri finirà per sprofondare nell’abisso del suo cuore e Ada, come la vecchia Ghitta, finiranno per assumere dei contorni inquietanti e torbidi. Ghitta, infermiera improvvisata, avida e senza scrupoli, ha aiutato sua moglie ad abortire. Purtroppo, l’intervento sommario, fatto da una persona all’oscuro delle tecniche mediche, ha portato la donna a non sopravvivere al suo primo parto. Soneri non può perdonarsi di non aver capito, di non aver chiesto di più a sua moglie della sua precedente relazione.

L’indagine, ad un tratto, finisce con il divenire un viaggio dentro se stesso. Le sue paure finiscono per materializzarsi nella forma più spaventosa: quella dell’amara verità. L’ uomo, non più il commissario, non potrà sottrarsi a questa realtà che, pian piano, finirà per sommergerlo. Valerio Varesi colpisce ancora. L’autore torinese, laureatosi in filosofia, collaboratore di Repubblica, colpisce ancora. Dopo “Bersaglio d’oblio”, “Il cineclub del mistero” e “Il fiume delle nebbie”, il noir con protagonista Soneri si rifà vivo. Pronto per travolgere il lettore.