L’albergo delle donne tristi
- Autore: Marcela Serrano
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
L’albergo che dà nome al romanzo di Marcela Serrano L’albergo delle donne tristi (Feltrinelli, 2001, trad. S. Geroldi) è un rifugio per sole donne che possono soggiornarvi per un periodo di tre mesi onde potersi riprendere da una vita di sofferenze e delusioni. Sono principalmente delusioni amorose, relazionali, per cui il rapporto con gli uomini è sempre al centro delle discussioni, tra sessualità, amore e passione, conosciute e ricercate a volte insieme, a volte separatamente ma raramente trovate. È quindi anche l’occasione per delle discussioni socio-politiche sul posto del femminile nella cultura contemporanea (siamo nel Cile del 1997).
L’albergo è situato sull’isoletta Chiloé nel Sud del Cile, presso un villaggio di poche anime. Un luogo isolato dove le 10 ospiti dell’albergo hanno il tempo e la possibilità di confrontarsi tra di loro per condividere le esperienze e confortarsi riprendendo in mano le proprie sorti, rinfrancando la propria autostima, guidate dall’albergatrice Elena, una psichiatra visionaria con un presenza importante ma nel contempo discreta.
La protagonista principale è Floreana, sociologa specializzata nella ricerca storica della popolazione originale delle terre cilene. Il romanzo descrive in terza persona il suo percorso in tale contesto, confrontandosi con le altre donne e alcuni personaggi di corollario esterni ma non secondari. Più difficile le è confrontarsi coi propri fantasmi e i sensi di abbandono mai superati, per cui fatica a trovare le parole o anche solo a condividere coi loro ricordi. Infatti non si è recata all’albergo di propria in iniziativa ma vi è stata inviata da una delle sorelle, amica di Elena.
L’albergo è un pensionato, una sorta di casa famiglia che aspira a dare un senso di appartenenza e di accoglienza alle donne aiutandole, attraverso la solidaria condivisione di esperienze simili, a fare pace col proprio passato e trovare una propria dimensione di autonomia per riprendere in mano il proprio destino. Floreana, seconda di una fratria di quattro femmine e tre maschi, trova però maggiore agio e stimolo fuori da quella struttura, confrontandosi con le schermaglie amorose del medico Flavián che, dopo analoghi ma opposti vissuti di coppia, le fa da specchio, costringendola a elaborare le sue ambivalenze, tra delusioni e aspirazioni.
Solo al termine del racconto Floreana sarà pronta a tentare il proprio riscatto, e Serrano conclude con l’esortazione:
"Compi un’azione perfetta. Almeno una volta."
Il romanzo è un blando invito alla spontaneità, al coraggio alla sincerità anche a costo della sofferenza, al coraggio di vivere mettendosi sempre in gioco. Lo fa mostrando la condivisione e sottintendendo la necessità di essere amati e amare malgrado le delusioni e le ferite. Floreana lo farà pur senza affrontare tutti i suoi fantasmi per i quali, pur essendo una scrittrice, non riesce sempre a trovare le parole. Ma forse questo serve a mostrare come, a volte, forse basta che le ferite siano sufficientemente rimarginate per continuare a vivere, senza la necessità di una guarigione totale o della redenzione; una conclusione che certo contiene un elemento ottimista.
Marcela Serrano (Santiago del Cile, 1951) è una delle voci più importanti della narrativa sudamericana. Figlia si scrittori, si è diplomata in arte e ha pubblicato numerosi romanzi esordendo col romanzo pluripremiato Noi che ci vogliamo così bene (1991), riconfermando poi continuamente il gradimento dei lettori.
L'albergo delle donne tristi
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