L’albero e la vacca
- Autore: Adrián N. Bravi
- Categoria: Narrativa Straniera
Una bella storia che, come in un sogno, ci trasporterà attraverso l’infanzia particolare del piccolo Adamo, il protagonista, sulla cui infanzia lo scrittore apre per il lettore una finestra.
La vicenda che coinvolge il bimbo ha a che fare con una presenza un po’ particolare: un albero detto anche a causa della sua elevata tossicità “il tasso mortifero”.
Il piccolo, nonostante gli avvertimenti a farvi attenzione, trascorre i suoi pomeriggi tra le fronde di questa pianta per stare lontano dagli altri e per poterli osservare da un punto di vista diverso. Dalla cima del tasso, infatti, Adamo vede senza essere visto.
Quella del piccolo protagonista sembra essere un’infanzia accomunabile in parte a quella di tanti altri: genitori litigiosi da cui scappare, divieti cui disobbedire e che daranno una svolta allucinatoria e comica al racconto, e l’adorazione per la nonna Angelina.
Quest’apparente normalità sarà, però, presto interrotta da avvenimenti traumatici che sposteranno l’attenzione del lettore dall’ilarità alla riflessione su quanto la vita debba al caso e l’intreccio tra l’albero “della morte” e gli spiriti di chi ha abbandonato questa terra apparirà ora più chiaro.
Si cammina sul confine del sogno di un bambino, seguendo una narrazione pulita, piacevole e molto discorsiva, entro cui si inseriscono personaggi fortemente ironici, alcuni di essi decisamente comici, tanto che a volte è impossibile non sorriderne. Le battute, infatti, sono molto ben congegnate: spesso taglienti, a volte ciniche, oppure isteriche, restituiscono perfettamente le caratteristiche salienti delle varie figure che costruiscono la storia.
Ad impreziosire questa che è tutto fuorché una banale favoletta, vi sono numerose e ben documentate parentesi di storiografia antica, che mai annoiano, sulle specificità e proprietà dell’albero tasso, – si citano ad esempio Virgilio, Strabone, Plinio - , ed anche deliziosi inserti di leggende popolari – streghe e spiriti – che aggiungono al racconto un’ulteriore prospettiva da cui guardarlo.
“Prima della loro definitiva partenza, le anime dei defunti si posano sui rami del tasso, stanno un po’ lì e poi se ne vanno, come fossero le soste degli uccelli migratori… comunque, io quando mi siedo su questa panchina, sotto quest’ombra, sto bene, mi sembra che il tempo si fermi.”
Galleggiando come in una dimensione onirica, si attraversa una parte dell’infanzia di Adamo e poi, quasi senza rendersene conto, lo si ritrova adulto, ancora stranamente legato a quello stesso albero e alla vacca bianca che gli capitava spesso di vedere – della quale non svelerò l’eziologia per lasciare la curiosità di scoprirla a chi leggerà - .
Il racconto si conclude con la chiusura del cerchio che ha dato vita ad una storia che ha colmato la mente del lettore, rovistando anche un po’ tra i suoi sentimenti, lasciandolo soddisfatto e allo stesso tempo immalinconito perché, quando una bella lettura ha termine, i personaggi di cui era popolata iniziano a mancargli subito un po’.
L'albero e la vacca
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