L’altare della paura
- Autore: Jean-Christophe Grangé
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2021
Chi è senza peccato scagli la prima pietra, nel nuovo profondo noir di Jean-Christophe Grangé. Gli Emissari del Dominio anabattista in Alsazia sono puri e innocenti come sembrano? Gli uomini e le donne della comunità di Saint-Ambroise professano da cinque secoli una fede arcaica, totalmente rivolti al passato e distaccati dal mondo, di cui non condividono il progresso. Sono molto legati e quasi indistinguibili gli uni dagli altri, ma non sembrano scossi dalla morte del vescovo Samuel, nella cappella appena fuori il loro territorio. Con L’altare della paura, romanzo tradotto dal francese da Dorina Camerlati e pubblicato a ottobre da Garzanti (312 pagine), Grangé torna tra i lettori italiani con le sue atmosfere thriller sanguinariamente barocche.
Nel dominio, Samuel si occupava delle messe. È stato schiacciato dal crollo della volta dell’edificio in restauro. L’inchiesta ufficiale procede lentissima, dopo l’autopsia compiuta dal pediatra locale, ma il procuratore di Colmar ha chiesto a Parigi di condurre un’indagine riservata. Si è rivolto all’Unità centrale contro i crimini di sangue, specializzata in crimini bizzarri e moventi contorti. Diretta da Pierre Niemar, può contare sulle capacità non comuni dell’agente Ivana Bogdanovic, un’immigrata croata.
Le autorità alsaziane trattano con rispetto la comunità e riconoscono autonomia agli anabattisti nel Dominio. Non escono dai confini, per quanto all’interno facciano osservare le loro regole e soprattutto producono il miglior vino della zona, assicurando lavoro e reddito ai Mondani del circondario. Tra loro si chiamano Emissari o Messaggeri, tutti gli altri fuori sono Mondani, come i musulmani distinguono fedeli e infedeli secondo l’osservanza della religione islamica e gli ebrei i figli di Sion dai “gentili”.
Ivana s’impegna in una missione sotto copertura, facendosi assumere in incognito per le giornate della vendemmia, quando la comunità ha bisogno di reclutare manodopera dall’esterno. Niemar ritorna controvoglia in Alsazia, ricevuto all’aeroporto dal capitano della Gendarmeria che gli darà assistenza. Stephane Desnos è in perfetta uniforme, completa di armi e dotazioni, ma è una donna ed anche decisamente desiderabile agli occhi di Pierre.
Perfetto come sempre, nel definire in breve ma in profondità il carattere dei suoi personaggi — tanto più dei protagonisti — Grangé ci mette al corrente del particolare rapporto del poliziotto Niemar con le donne. Non le sopporta, perché lo attraggono troppo. In un’indagine è fondamentale avere la mente fredda e su Pierre la presenza femminile ha l’effetto di un’arma di distrazione individuale: gli ormoni impazziti non favoriscono analisi razionali e non aiutano a ragionare obiettivamente.
Guardandosi intorno mentre lavora nelle vigne del Dominio, Ivana osserva decine di Emissari, vestiti rigorosamente di bianco e nero, in modo serio e antiquato, le donne con cuffiette di foggia pre ancient régime. I Messaggeri sono tutti uguali: gli uomini hanno il viso tondo e la barba a collare senza baffi, in maggioranza di colore rosso; le donne, incarnato pallido e lineamenti in punta di penna. Sembrano di un altro secolo, come gli Amish e portano scritto sul volto che da quelle parti ci si sposa tra consanguinei da generazioni, nonostante il rischio di moltiplicare tare ereditarie.
A guardarli, non sembrano di salute fragile. La Desnos informa Pierre che vivono in autarchia e non è possibile sapere cosa succede all’alterno delle recinzioni. Si direbbe comunque che la vita proceda tranquilla, senza tensioni interne, regolata dalle parole chiave “ordine e obbedienza”. Non si sa bene quanti siano, forse quattrocento: se mostrano di rispettare la legalità formale francese, con tanto di stati di famiglia, tessere sanitarie e dichiarazioni dei redditi, le loro donne partoriscono in casa e all’anagrafe possono fare tutti i giochi che vogliono.
Sempre da Ivana, si apprende che non si comportano come una setta delirante, da lavaggio del cervello, come quelle del reverendo Moon o i Davidiani di Waco. Mostrano un fervore silenzioso, senza sbavature, indifferente a quello che pensano i Mondani, fuorviati dal loro modo di vivere. Alla ragazza non sfugge però che per quanta umiltà e semplicità ancestrale ostentino, si avverte sottotraccia un complesso di superiorità sprezzante nei confronti della gente di fuori.
Nel XVI secolo, perseguitati in Germania e in Svizzera, si erano stabiliti in Alsazia, convinti che Dio avesse affidato loro quelle terre, poi donate effettivamente alla comunità da un signore locale. Gli Emissari abitano vicini, in un nucleo centrale del Dominio, che chiamano la Diocesi. Non disturbano nessuno e a loro volta non vogliono essere disturbati da nessuno. Sembrano esseri incorrotti, motivati solo dal bene. Ma sono davvero innocenti?
Autore da 150mila copie a titolo in Italia, Grangé ha esordito alla fine degli anni Novanta con lo strabiliante I fiumi di porpora, dal quale nel 2000 è stato tratto lo splendido film omonimo con Jean Reno e Vincent Cassel.
Ottimo lo strillo criptico sulla copertina italiana: “In una comunità senza peccato, c’è un solo colpevole e potrebbe essere l’unica anima innocente”.
L'altare della paura
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’altare della paura
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