L’altra Eszter
- Autore: Magda Szabó
- Casa editrice: Einaudi
Eszter è un’attrice teatrale di successo, ricca e conosciuta da tutti, ma non è sempre stato così. Ha vissuto l’infanzia e la gioventù tra le privazioni e le umiliazioni in una famiglia di nobili origini ma decaduta e il tratto che più ha segnato la sua personalità è il desiderio di rivalsa. L’odio contro il mondo si stigmatizza nella figura di Angéla, una bambina ricca, dolce, vezzeggiata, che Eszter disprezza fin nel midollo ma a cui dimostra un falso affetto.
Questa doppiezza di Eszter, la sua piccineria e l’orgoglio esagerato vengono ben camuffati da un atteggiamento gentile che lei esercita, da attrice qual è, anche con le persone a cui vuole bene, e il tema della recita mi ricorda la protagonista de "La diva Julia" di Somerset Maugham.
Il libro è scritto rivolgendosi all’uomo amato che, fatalità, è proprio il marito di Angéla, e fin dall’inizio certe confessioni ci mettono sul chi va là in merito agli sviluppi di questa storia. Perché proprio aprendosi a Lörinc, Eszter svelerà a se stessa la miseria in cui è vissuta, ma la rivelazione non le aprirà il paradiso. Anzi.
La Storia con la S maiuscola resta sullo sfondo perché non viene mai descritta facendo riferimento a date o nomi, ma è impossibile sfuggire alle conseguenze di una guerra o di un regime totalitario: tutto entra a costruire la personalità di Ester, e ogni dettaglio che lei vede o sente nell’oggi la riporta a riesumare ricordi che spiegano perché è diventata quello che é.
Eppure la recita che Eszter mette in campo non mira solo a nascondere le sue abiezioni: spesso è un modo per contenere le emozioni troppo forti:
Lasciai tutto all’infermiera, compresa la borsetta, lei mi guardò con gli occhi sbarrati come se fossi una pazza, e io scesi le scale fischiettando, mentre le lacrime mi colavano ai lati del naso (...)
Il pathos sale pagina dopo pagina, fino ad arrivare all’ultima riga: una promessa che, nella sua ambiguità, è terrificante.
L'altra Eszter
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