L’altra. Storia di un’amante
- Autore: Elvira Serra
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
“Mister Darcy me lo disse subito: Sono sposato e ho due figli: M7, F5.”
L’Altra è una giornalista quarantenne del Corriere della Sera e blogger della 27esimaora, innamorata ricambiata di un uomo non libero che vive a 1000 km lontano da lei. “Darcy era un mio lettore” anche lui sardo “c’è un tale senso di appartenenza, un riconoscimento così forte della propria identità”.
La donna pur consapevole di quello cui stava andando incontro è incapace di soffocare il sentimento che sta nascendo. Ormai è troppo tardi l’attrazione è scattata, non resta che abbandonarsi all’amore.
“Darcy, a suo modo, non era disonesto. Non voleva promettermi cose che sentiva di non poter mantenere.”
Il riferimento a Darcy, protagonista maschile di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, è dato dal fatto che per l’Altra il gentiluomo inglese rappresenta l’uomo ideale. I due amanti riescono a ritagliarsi del tempo da trascorrere insieme, anche se la donna sente che le manca una quotidianità da condividere.
Desidera di più, quindi chiede a Mr Darcy di parlare alla “legittima consorte” ma a queste insistenze lui replica “Io amo solo te, non ti basta questo?”. A lei non basta quindi ecco il via agli ultimatum che si trasformano in penultimatum, poi terzultimatum.
“Credo di essere arrivata al quintultimatum.”
Ma per Mister Darcy non è per niente semplice sfasciare una famiglia dopo dieci anni di matrimonio.
“Tu non sei un’amante, sei la donna che amo.”
Infatti la giornalista/blogger più che l’Altra sente di essere una fidanzata e lui l’uomo giusto per lei. Mentre la mamma, le amiche e le colleghe di lavoro le consigliano di chiudere la liaison, la donna si sente troppo coinvolta in questo rapporto amoroso, che non riesce a troncare. Ma iniziano i dubbi e le somatizzazioni tanto da farla cadere vittima di violente “cefalee tensive”. Tutto questo l’Altra è costretta ad affrontarlo da sola. Durante un viaggio in Portogallo, a Lisbona la donna inconsapevolmente ha già deciso cosa fare.
“L’asticella delle mie aspettative scendeva, scendeva, scendeva, perché non mi dava un buon motivo per credere che valesse ancora la pena aspettarlo?”
Elvira Serra narra senza farsi sconti un ruolo scomodo, non facile da gestire che spesso porta dolore e sofferenza escludendo i momenti rubati alla moglie, alla famiglia. Un anno d’amore vissuto “nel perimetro stretto della nostra felicità”.
"L’altra. Storia di un’amante" (Mondadori, 2014) si legge come un diario, un fiume pieno di parole e riflessioni, dove l’autrice si dimostra lucida e spietata con se stessa. Una delle pagine più sentite del libro è quando al ristorante l’Altra avverte la necessità di vedere la foto della “legittima consorte” di Mr Darcy. Prendendo il cellulare del suo amante in mano e osservando lo scatto, l’Altra si rende conto che “il suo mostro” non è più un’entità astratta ma una persona in carne e ossa, una giovane donna con accanto un bambino, forse infelice. Non una strega cattiva che tiene prigioniero “il mio amore”.
“In quel quadretto incompleto di famiglia ero io l’intrusa, l’estranea che guarda di nascosto dentro una proprietà privata”. Su quel piccolo schermo di uno smartphone ha visto un’altra vita possibile, “una vita che non era la mia e di cui non facevo parte”.
“Sai che c’è? Lo scriverò davvero un libro su di noi e lo intitolerò L’Altra. Non ne sarai molto contento”.
“Anch’io scriverò un libro su di noi. E lo intitolerò Il mio amore dolce.”
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