L’amore che mi resta
- Autore: Michela Marzano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2017
Un romanzo che ti toglie il respiro per il dolore che serpeggia in ogni pagina, dove la scrittura densa di Michela Marzano sembra far suo lo stile aforistico di alcuni scrittori francesi.
La famiglia Laurenti è perfetta: due figli splendidi, Daria, la madre, che tiene saldamente le redini della casa e Andrea, marito e padre, insegnante universitario con il pallino delle parole che, essendo importanti, non vanno sprecate e perciò si aspetta sempre dai figli discorsi grammaticalmente perfetti e sensati. Borghesia intellettuale, quindi.
Daria e Andrea da giovani si resero conto di non poter avere figli e decisero di adottare una bellissima bambina di sei mesi, prelevata da un ospedale romano.
Le leggi vigenti all’epoca non prevedevano che la bambina adottata sapesse il nome della madre naturale, prassi legislativa modificata poi dalla Giurisprudenza che, ai giorni nostri, rende possibile sapere il nome della madre naturale anche se quest’ultima si è disfatta dei figli nel mistero più cupo.
La felicità per la neonata è tale che Daria, non più giovanissima, insieme al marito, riesce a concepire un bambino, suo in tutto e per tutto: un tentativo ripetuto per anni, un vero miracolo quindi o, per alcuni, solo un caso.
Quando Giacomo nasce, Daria e il marito si sentono in dovere di dire a Giada che lei è stata adottata, anche se loro non faranno distinzioni: non c’è differenza d’amore tra il figlio naturale e la bimba adottata.
Giada cresce felice, prende Giacomo sotto le sue ali, certo ci sono i piccoli screzi dovuti a gelosie e a momenti di aggressività ma la famiglia Laurenti non potrebbe essere più felice.
Fino al venticinquesimo anno di età di Daria che, semplicemente, si uccide lasciando un biglietto:
“Vi chiedo scusa. Mi dispiace papà, non ce la faccio più ad andare avanti. Dite a Giacomo che lui sa quello che voglio dire. Dite a Paolo che in fondo non c’entra niente. Dite a mamma che lei è perfetta”
Daria entra in una sofferenza indicibile, almeno per un anno resta a letto a vegetare, facendo il minimo per il figlio rimasto e il marito. Si sente spezzata, non riesce nemmeno a farsi una doccia. Una depressione forte, orribile, contronatura.
Una sua amica, Carla, le chiede di iniziare a frequentare un gruppo di auto-mutuo aiuto, una sorta di Alcolisti Anonimi, dove però si parla della disperazione per i figli venuti a mancare. La donna frequenta per due mesi questi incontri ma capisce che non è proprio la strada giusta; allora si decide per l’analisi, per elaborare il lutto e ricordare gli avvenimenti più salienti vissuti con Giada.
Si ricorda che la figlia era sempre in ansia, aveva delle crisi di panico da abbandono,
“mica mi lascerete mai tu o papà, Giacomo è mio fratello e non posso fare a meno di lui”.
“Paolo è il mio fidanzato e io lo amo molto ma se mi lascia sono senza pelle, non potrei sopportare il suo allontanamento, perché magari si innamora di un’altra”.
C’erano le stranezze, le cupezze, gli estraniamenti di Giada. Daria faceva finta di non accorgersene ma la figlia era infelice da diverso tempo e, poi, voleva assolutamente affrontare la madre naturale.
Per prima cosa, quando comincia a stare meglio, Daria si avvicina al figlio Giacomo: pur studiando come un ossesso libri difficili per la sua laurea in Filosofia non dà esami. Si sente in colpa. Un giorno lei decide di accompagnare il figlio all’Università e di fare il tifo per lui. Risultato: un trenta e lode.
Per troppo tempo, praticamente, la famiglia ha vissuto come paralizzata, in un dolore inenarrabile.
Daria segue le orme della figlia e si accorge che si era rivolta ad un avvocato per avere notizie dalla madre naturale, senza grandi successi. La madre adottiva inizia a cercare la madre naturale e qui ci fermiamo.
Un libro fatto di pezzi di scrittura, di flashback, nel desiderio di dare una dimensione a tutto tondo ad ogni singolo protagonista della famiglia, perfino ad Andrea che come padre si è messo di lato, trasformandosi in una “badante” pur di rivedere almeno un piccolo sorriso nel viso della moglie.
L'amore che mi resta
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"L’amore che mi resta" racconta la storia di Giada, che si è tolta la vita con un mix letale di antidepressivi ed ansiolitici. Prescritti da uno psichiatra, nessuno sapeva che Giada vedeva con costanza un medico. Cosa l’ha spinta a compiere un atto di questo genere? Che cosa mancava alla ragazza?
Una parte di sé. Un pezzo fondamentale del puzzle: le proprie origini. Le mancava conoscere la donna che l’aveva abbandonata più di vent’anni prima e il motivo per cui lo aveva fatto. Sì, perchè Giada è stata abbandonata e poco dopo adottata dai suoi genitori, coloro che per una vita l’hanno cresciuta con amore esattamente come se fossero genitori biologici.
Indecisa circa il quando dire la verità alla bambina, l’occasione in realtà si crea spontaneamente nel momento in cui Giada indica il pancione della mamma Daria, incinta del fratellino, chiedendole: "Anche io sono stata qui dentro?". In preda al panico, Daria decide che finalmente è arrivato il momento di raccontarle tutta la verità, temendo il momento delle domande. Eppure Giada è già una bambina sensibile: avverte il dolore della madre e non le chiede altro.
Questa verità fa di Giada una bambina – e, successivamente, una ragazza - emotivamente consapevole e decisamente intelligente. Giada è decisa a trovare le proprie origini, studia la legge e raccoglie materiale, scrive decine e decine di pagine e puntualmente trascrive le sedute con lo psichiatra. La rabbia che la pervade è notevole, intensa: se le madri hanno il diritto di partorire in incognito, chi pensa al diritto dei bambini di conoscere le proprie origini? I suoi dubbi sono confessati al medico che tenta di tranquillizzarla ed offrirle un nuovo punto di vista. Eppure nemmeno questo le basta e, quando avverte un ennesimo distacco della sua vita da parte del fidanzato, ecco che la decisione di farla finita ha la meglio.
"L’amore che mi resta" è un tuffo nella vita privata di Giada, vissuti ed emozioni che la ragazza non ha mai condiviso e affrontato con la sua famiglia. L’attenzione del lettore viene mantenuta viva per tutta la lunghezza del romanzo grazie alle domande che necessitano di trovar risposta.
Anche il segreto di Daria, alla fine, trova risposta. Infatti nell’amore di Daria esiste un irrisolto che la figlia percepisce subito. Daria ha un conto in sospeso con la donna che l’ha creata: la nonna di Giada. Più volte la giovane tenta di spingere la madre a parlare con la nonna, ma la distanza che ormai si è creata tra le due è tale che Daria fatica persino a sentire la sua voce al telefono. Eppure sua madre non è una donna anaffettiva; è una persona che ha sofferto e che ha trovato conforto nella negazione dei suoi problemi.
Il romanzo di Michela Marzano, edito da Einaudi, è realtà che emerge dalle nebbie che hanno tentato di nasconderla.
L’amore salva, pensa Daria. Forse non sempre.