L’amore è un bar sempre aperto di Grazia Verasani

Primo romanzo di Grazia Verasani che si diploma all’Accademia d’arte Drammatica. Si
dedica al doppiaggio, pubblica un cd musicale ed infine la scrittura. Vive a Bologna.

"La realtà mi sfugge. Anche se a volte ci sono fatti, meravigliosi o terribili, che
mi colgono di sorpresa come un pacco regalo sopra lo zerbino."
Così si presenta ai lettori Adele Mainati, protagonista del romanzo, dopo un paio di pagine. Il filo conduttore di tutto il
libro è proprio la realtà che sfugge. Adele è, come la scrittrice, un’ex-cantautrice con qualche disco alle spalle, che abbandona tutto per non piegarsi alle leggi del
mercato e che ritroviamo a rincorrere la sua felicità, con
gli occhi sul passato. Per vivere, accetta di fare il paroliere, scrivere canzoni per altri. Canzoni dalle rime banali, che verranno fagocitate da radio e tv. Proprio quelle leggi
del mercato, per cui ha smesso di cantare.
Non si alza mai prima di mezzogiorno, vive col suo gatto Ofilonoff e il ricordo di
una storia complicata.
Il libro, fresco, scorre via liscio, senza intoppi, riportandoci, in un gioco di
flashback, nel passato di Adele, alla ricerca di quei fatti meravigliosi o terribili che l’hanno segnata.
All’interno di questa storia, che si svolge in una Bologna pronta ad accogliere
l’inverno, scorre musica. Quella del suo passato, che suonava col gruppo, con
aneddoti delle serate. Quella pop che detesta, ma che le permette di vivere e che ha
imparato a scrivere molto bene e il rock, che la fa sentire viva.
Adele è alla ricerca di qualcosa: ma cosa? Abitudinaria, nella sua vita sregolata, è
divisa tra le uscite con gli amici, il pensiero ricorrente, nonostante il tempo, di un amore
che non c’è più e il bagno, dove, ci confessa, scrive le canzoni per gli altri. Sembra non dover mai cambiare, fino alla chiamata di un produttore, Angelo Cera, diverso dagli altri, che le chiede di ritornare in gioco, di ributtarsi nel mondo che
ha lasciato, di ricominciare a cantare. Adele, dovrà scegliere. Spinta dal ricordo
dei suoi timori e dalle sensazioni, che la rendono simpatica nelle sue paranoie, ci
spinge ad un finale insolito.

Recensione a cura di Giorgia Cucchi