L’amore fatale di Ian McEwan

Ne L’amore fatale di Ian McEwan, un evento fuori dal comune coinvolge alcune persone che si trovano per caso in un parco londinese: nel tentativo di prestare soccorso all’avaria di una mongolfiera uno dei soccorritori muore tragicamente, fatto che traumatizza gli altri intervenuti. In questa drammatica circostanza Parry conosce Joe, il protagonista narrante, iniziando nei suoi confronti una sorta di persecuzione perché riconosciuto come oggetto della propria ossessione amorosa.
Infatti Parry, omosessuale e fanatico religioso, è affetto dalla sindrome di De Clérambault, una specie di schizofrenia che porta il soggetto ad amare la persona prescelta, di solito ignara, in modo ossessivo ed incondizionato, attraverso la convinzione delirante di venirne incoraggiato da messaggi subliminali.

La storia si evolve attraverso i tentativi di Joe di difendersi da questa ossessione, chiedendo da una parte comprensione alla moglie Clarissa e dall’altra aiuto alla polizia. Ma, sia la donna con la quale aveva vissuto fino ad allora un’intensa storia d’amore, che la polizia non credono alla pericolosità di Parry, e più di una volta arrivano anche a dubitare che tutto ciò sia un’invenzione dello stesso Joe.

Bravissimo Ian McEwan nell’indurre il lettore a provare i medesimi sentimenti, come a voler dimostrare quanta ingannevole soggettività intervenga nell’interpretazione di una realtà oggettiva.
Il rapporto tra Joe e Clarissa entra in una crisi progressiva perché venendo meno i presupposti basilari su cui si reggeva, fiducia, rispetto e complicità, i due inevitabilmente si allontanano, cadendo vittime delle rispettive ossessioni, insicurezze e dubbi.
Un romanzo intrigante che svela le pieghe recondite dell’amore, il sentimento umano in assoluto meno razionale che può sfociare in ossessioni patologiche o generare conseguenze inaspettate. Oltre all’aspetto psichico di chi è affetto da questa patologia (la trama del romanzo è basata su una storia realmente accaduta e documentata alla fine del romanzo) c’è il risvolto psicologico di chi, senza volerlo, si ritrova a incarnare l’oggetto di tale mania ossessiva.
Infine, il lettore non può esimersi da un’ulteriore riflessione, come afferma lo stesso protagonista:

“... spesso viviamo avvolti dentro una nebbia percettiva in parte condivisa, ma inaffidabile, e i nostri dati sensoriali ci arrivano distorti dal prisma dei desideri e convinzioni che alterano l’oggettività della realtà… discendiamo da una stirpe di spacciatori di mezze verità i quali per convincere gli altri, escogitano l’espediente di persuadere se stessi… se qualcosa non risponde ai nostri interessi siamo portati a negarne l’esistenza…”

Ora la domanda sorge spontanea: quante volte ci è capitato di incappare in simili inganni interiori che, in maniera quasi inconsapevole, hanno finito per deviare il corso del nostro destino o di chi ci circonda?