L’angelo del Liponard e altri racconti di mare
- Autore: Mario Tobino
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Lo scrittore toscano Mario Tobino moriva vent’anni fa, l’11 dicembre 1991.
La casa editrice Vallecchi-Firenze ha ripubblicato di recente (è uscita nelle librerie il mese scorso) una sua antologia L’angelo del Liponard e altri racconti di mare.
Si tratta di una delle prime opere dell’autore, uscita per la prima volta in Italia nel 1963.
La raccolta contiene nove racconti brevi incentrati sulla vita di mare. Descritti nella loro quotidianità, sono i marinai al centro di queste avventure, che a volte assumono più le sembianze di disavventure. Un microcosmo fatto di gesti sia semplici che complessi. Un microcosmo con cui si sentono in simbiosi. Un mare che a volte è calmo, a volte agitato. Come lo è l’esistenza di ciascuno di noi.
La prima storia è quella che dà il titolo alla raccolta e introduce il lettore fin da subito all’interno di un’imbarcazione carica di stoccafissi che salpa alla volta di Medusa. “Un barcobestia di 600 tonnellate”: L’angelo del Liponard, per l’appunto, che inizialmente, come si dice nel testo, si chiamava solo l’Angelo e poi si è aggiunto “del Liponard”, un’isola dov’era approdato in seguito a un tempesta. Il dato particolare è che insieme agli undici uomini dell’equipaggio c’è una donna – una figura che resterà cardine della narrativa di Tobino – ed è Fernanda, la moglie del capitano, che con la sua presenza scompagina i normali equilibri. Ci viene presentata in modo lirico e sacro. Una compostezza che fa da contraltare alla vita aspra dei navigatori.
Aveva una bellezza un po’ strana, portava le orecchie nude, i grandi capelli biondi passandole tutto intorno ai lobi, era piuttosto alta, gli occhi di un imprecisabile colore tra il grigio ferro e il celeste; dava l’idea di essere calma e lontana dalle consuetudini e bisogni della vita comune.
Bisogna dire che la scrittura di Tobino è stata influenzata dagli interessi del ‘Tobino-uomo’, che riguardavano la sfera dell’umano e dei problemi sociali a esso correlati. Tobino non è solo un autore apprezzato e mai dimenticato, ma è stato anche uno psichiatra, che ha esercitato la professione nel manicomio di Maggiano nei pressi di Lucca, trasponendo l’esperienza nel bel romanzo Le libere donne di Magliano.
Egli si fece notare nel suo ambiente perché fu contrario alla chiusura dei manicomi prevista dalla Legge Basaglia del 1978. Sentirsi intimamente vicino ai malati di mente non era questione per lui solo di simpatizzare, ma di empatizzare con loro. Si poneva cioè all’interno di un quadro fenomenologico più che di esclusivo approccio clinico. Tutta la sua delusione e l’amarezza le riversò fra le pagine de Gli ultimi giorni di Magliano.
Per ritornare a L’Angelo del Liponard e altri racconti di mare, la maggior parte delle storie reca nel titolo il sostantivo maschile che indica il mestiere del marinaio.
Così c’è La gelosia del marinaio, Inizio della vita di un marinaio, Il vecchio marinaio, Uno straordinario marinaio e ancora I due marinai.
Nel racconto Quelli di Viareggio invece protagonisti sono gli abitanti della sua città natale (come anche in Una cena a bordo dell’Emilia Guidi).
Abitanti che vivevano per lo più di attività legate al mare e alla pesca e anche chi non la svolgeva era comunque imparentato con qualcuno che lavorava nel settore. Al centro c’è un salvataggio, tra le urla di disperazione di chi solo assiste senza parteciparvi, “di un bastimento che era nel mezzo della spiaggia della città, distante dalla riva non più di centocinquanta metri.”
Anche l’ultimo Una festa a Telaro, è ambientato nella terraferma anziché a bordo, esattamente in un paese, Telaro, dove “il mare quando si alza frastorna di spuma quelle case”. Ciò che lo rende suggestivo e per alcuni aspetti ancora più poetico rispetto agli altri è che il mare qui con i suoi affanni e la sua imprevedibilità è affiancato alla morte della zia - Innocente di nome - del protagonista, che torna al paese per i funerali. Ed ecco che con la morte il mare diventa “celeste, ebbro d’amore”. Un forte contrasto messo in luce con parole che riescono a rimanere tenui. Non perdono mai di delicatezza.
L’angelo del Liponard e altri racconti di mare è una silloge dolce amara. Struggente e piena di simbologie. Le opere romanzesche più famose devono ancora arrivare quando Tobino la scrive, ma la sua impronta è già presente.
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