L’anima e il suo destino
- Autore: Vito Mancuso
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
Teologia laica è la parola d’ordine dell’autore, Vito Mancuso, docente di teologia moderna a Milano. Il Logos è il principio ordinatore dell’universo. Dio ne è il creatore e da questa premessa (o assioma, se volessimo appellarci alla matematica) si innesca una serie di considerazioni che toccano temi delicati dell’ortodossia cattolica e che leggiamo in L’anima e il suo destino .
Si inizia con l’esistenza, l’origine, l’immortalità e la salvezza dell’anima. Nel rispetto del Logos, le consecutio possiedono una logica stringente, tipica della filosofia. Notevoli sono i rimandi non solo ai grandi pensatori della Chiesa (in particolare Sant’Agostino e Tommaso D’Aquino), ma anche ai maggiori aspetti scientifici appannaggio della fisica, come ad esempio la dualità onda-particella della quantistica.
L’apologia dello spirito che rende l’Uomo tale si sofferma su tre questioni importanti:
- Prima questione: il peccato originale – frutto dell’aver isolato la pericope di “Genesi 3” - che viene negato, o quantomeno, riformulato come necessità dell’anima di essere salvata nell’eterna lotta interiore fra bene e male.
- Seconda questione: l’eternità dell’Inferno. La misericordia divina non può concepire una punizione sine die. Ma come uscire dall’aporia? Le strade sono due: sposare l’apocatastasi – a rischio di subire l’anatema della Chiesa Cattolica – ossia la redenzione universale e la reintegrazione nella pienezza del divino oppure l’annichilazione, ossia l’annullamento dell’essere umano che ha (o avrebbe) meritato la dannazione eterna. Quest’ultima tesi è singolare, in quanto comporta, come conseguenza (ancorché inespressa) la negazione dell’aldilà proprio a chi non ci crede. Insomma la fede sarebbe condizione necessaria, ma non sufficiente, per approdare a una vita oltre la morte.
- Terza questione: la negazione della parusia. Non ci sarà nessuna fine del mondo con tanto di Apocalisse, cori di angeli e forchettate di diavoli. Nessuna lavagna con divisione fra buoni e cattivi. Il Giudizio Universale non ha alcuna consistenza reale, c’è piuttosto un Giudizio Particolare, Personale che avverrà (avviene, è avvenuto) al momento della morte.
Una breve sinossi non rende merito a un testo prezioso tanto per un credente quanto per un laico. Insieme alla parte filosofica, si percorre anche la storia della Chiesa, con i suoi momenti topici, a volte non conosciuti dai non addetti ai lavori. Una parte non indifferente dell’attuale Catechismo non è scritta nella Bibbia, non ha lì il suo fondamento.
Ad esempio il Purgatorio è un’invenzione della Chiesa, in particolare esso nasce nel monastero cistercense di Cîteaux verso la fine del XII secolo. Anche il Limbo viene concepito solo per accogliere tutte le anime che non hanno potuto accedere al sacramento del Battesimo. La Chiesa, insomma ha inventato molte cose come gli stessi sacramenti, la liturgia, l’istituzione gerarchica.
Confortante, dopo tanto peregrinaggio logico, è la conclusione dell’autore: “L’amore è forte, …, forte come la morte” (vedi Cantico dei cantici 8, 6) e, ancora: “Amare la vita. Alla fine tutto sta qui.”
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