L’aquilone di Noah
- Autore: Rafael Salmerón
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2022
È spagnolo Rafael Salmerón, l’autore e illustratore di L’aquilone di Noah, questo libro per ragazzi, appena uscito per uovonero, a cura di Sante Bandirali e con la traduzione di Daria Podestà. In copertina un bambino minuscolo, con una stella gialla sul braccio e un aquilone rosso che imprevedibilmente offre a un soldato nazista che tiene in mano un fucile. Una sintesi mirabile di questa storia oltremodo commovente, che si svolge a Cracovia, a partire dalla fine di agosto del 1939 e che ha per protagoniste due famiglie ebree che vivono nel ghetto, in un unico appartamento, in attesa di essere deportate, sterminate.
Noah Baumann è il figlio più piccolo, dopo Hannah e Joel, di Dora e Leopold. Leopold è un uomo vinto dalla vita, un orologiaio tutto chiuso in se stesso, dopo una vita familiare in cui era lo sconfitto: anche ora il suo matrimonio è fallito, sua moglie Dora lo disprezza, tutta presa dall’amore per la figlia Hannah, che le somiglia, ignorando il piccolo Noah, che è un bambino gracile, afasico, dalla mente che lo spinge altrove, legato morbosamente al grande fratello maggiore e al suo unico giocattolo, un grande aquilone che sa far volare con maestria nel cielo cupo della Polonia sottomessa alla durissima dominazione nazista. Quando la situazione degli ebrei si deteriora e vengono rinchiusi nel ghetto, costretti a una non vita, ai Bauman capita la fortuna di dividere l’unica stanza con una famiglia serena, allegra, propositiva: Solomon e Irena Hiller, con i loro figli, Daniel e Sarah. Un lenzuolo bianco viene steso altezzosamente da Dora per separare non solo simbolicamente i due gruppi, ma l’unico risultato ottenuto è che i gioiosi vicini prendono con loro i due ragazzi, Joel, che si innamora di Sarah, e Noah, che viene praticamente “adottato” da Irena, che canta dolci lied Schubertiani e incanta il bambino che non ha mai ricevuto affetto da sua madre. C’è un altro personaggio, un giocattolaio solitario, “medico, chirurgo, rabbino degli aquiloni”, che è sul punto di suicidarsi per la disperazione, e viene fermato sull’abisso dalla dolcezza silenziosa di Noah che tiene in mano il suo unico tesoro, l’aquilone.
Le due famiglie, che si illudevano di salvarsi, saranno coinvolte nella catastrofe della Shoah e nessuno di loro farà ritorno da Auschwitz: solo Noah, magro come un uccellino, senza parole, sarà vegliato nel lager da suo fratello Joel, il gigante buono, e al bambino che sognava di volare con il suo aquilone sarà riservata una inattesa e dolcissima speranza di vita.
Una favola commovente, quella che ci racconta Salmerón, che in certi momenti fa pensare a certe scene de La vita è bella di Roberto Benigni, per la sua visionarietà, per il senso poetico che alcune pagine riservano. Non ci sono sconti nella narrazione, tuttavia, la durezza della tragedia non viene mai nascosta, anzi le due donne, Dora e Hannah Bauman, offrono uno spaccato della crudeltà estrema che affiora pure nei rapporti familiari più intimi, in cui non c’è più posto né per l’amore né per la pietà.
Libro suggerito a ragazzi di scuola media, che potranno rileggere la storia della persecuzione nazista vista con gli occhi di un bambino speciale e di adolescenti resistenti e coraggiosi.
L'aquilone di Noah
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