L’arca di Max Dahl

All’interno di un centro sociale di Milano chiamato L’Arca risiede la base operativa di una cellula sovversiva che rivendica i propri attentati con il nome di Azione Globale. I sei personaggi che ne danno vita si contraddistinguono per una personalità "continuamente ed esasperatamente contro"; conducono vite molto diverse tra loro ma condividono gli stessi obiettivi: spaventare il sistema, risvegliare la coscienza politica del popolo, rovesciare il potere e con esso tutte le sue istituzioni. L’Arca può apparire alla gente comune come un "postaccio disordinato e sporco", ma per chi lo frequenta è un punto di incontro dove avvengono eventi culturali, concerti, dibattiti: un fermento di cultura che lascia all’esterno la repressione e l’omologazione proprie della borghesia e del conformismo.

I due personaggi principali del libro L’arca (0111edizioni, 2019) di Max Dahl sono Jurij, un idealista che ispira le sue azioni a Che Guevara, Bakunin e Stirner, e Pankow, carismatico leader della cellula, dal passato enigmatico e votato alla guerriglia urbana a tutte le latitudini. I loro diversi modi di intendere la lotta armata li porterà a scontrarsi e a rompere gli equilibri della banda. Un altro personaggio chiave è Natalia, una donna che vive ai piani alti della società e con cui Jurij instaurerà una relazione sofferta e carica di significati.
Tutto il romanzo mette in luce il netto contrasto tra due visioni del mondo opposte e inconciliabili: da una parte lo Stato, con i suoi inviolabili meccanismi che tengono in schiavitù il popolo e non permette di essere messo in discussione; dall’altro la dottrina libertaria, con i diversi modi con cui i suoi esponenti vogliono realizzare quel sogno di pace, uguaglianza e solidarietà che va sotto il nome di anarchia.

L’Arca è un romanzo pericoloso: potrebbe essere letto, per alcuni passi, come il ricettario del "bravo terrorista" (per dirla con il premio Nobel Doris Lessing). Ma Max Dahl propone moltissimi spunti di riflessione anche su altri temi: l’uso della violenza, l’importanza di recuperare il messaggio dei liberi pensatori del passato (quanti conoscono Stirner fuori dagli ambienti libertari?), la necessità di superare il "dividi e comanda" con cui i potenti vincono sempre e dovunque.