L’arca russa. Il mito della ‘Grande Asia’. Dall’impero degli zar alle guerre di Vladimir Putin
- Autore: Giorgio Ferrari
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Ho letto con interesse L’arca russa. Il mito della ‘Grande Asia’. Dall’impero degli zar alle guerre di Vladimir Putin (La Vita Felice, 2023), nitida incursione dell’inviato speciale di Avvenire Giorgio Ferrari, all’interno della galassia russa. L’interesse per la disamina, se da un lato discende dall’originalità del taglio narrativo – diacronico ma in modo non pedissequo – dall’altro scaturisce dalla nettezza delle tesi avanzate dall’autore (importa poco, ma non mi trovo d’accordo soltanto con la benevolenza accordata all’operato di Michael Gorbaciov), che ritornano e scavano fra le radici dell’annoso antioccidentalismo della Russia (geograficamente, del resto, più Asia che Europa). Uno scrutare in cagnesco peraltro ricambiato, al netto della così detta guerra fredda, anche su sponde occidentali (si vedano le cronache a senso unico anti-russo della guerra in Ucraina).
Sta di fatto – e questa è l’argomentazione ulteriore che affiora dalla lettura – che la Russia è quasi un rebus. Esistevano ai tempi dell’Unione Sovietica, ed esistono oggi al tempo di Putin, una nessuna e centomila Russie. Per rifarmi alle parole di Giorgio Ferrari (pag. 14):
“Si prova un’autentica vertigine a guardare dentro l’arca russa. Perché è così facile rendersi conto che non c’è una sola Russia. O per meglio dire, c’è una Russia. E un’altra Russia. E poi una Russia ancora, e un’altra, e poi un’altra ancora, quasi all’infinito, l’una che ne contiene e ne cela un’altra, finché tutte queste Russie tornano a essere un’unica Russia, in un caleidoscopio vertiginoso. Proviamo a osservarle e se possibile a contarle, sapendo che non si finirà mai”.
Secondo l’autore, l’aspetto comune a queste diverse facies russe è individuabile nel sogno ricorrente, nei secoli dei secoli, di chiudere le porte in faccia all’Occidente corruttore di coscienze. In altre parole di respingerne il disegno corruttivo consumista. E questo, a ben leggere, da due secoli di storia in qua; come si evince nei sotto-testi della letteratura - Dostoevskij, Lermontov, Turgenev, Tolstoj, Solženicyn – e filosofia russe.
Quello intrapreso da Ferrari tra le geografie storico-politiche (ma anche filosofiche e letterarie) della sempiterna (in fondo) madre Russia è dunque un itinerario trasversale e complesso, in quanto la Russia è un macrocosmo a sé stante. Con il merito (secondo chi firma questo articolo) di avere resistito ai richiami della finta modernità occidentale (neo-liberismo e globalizzazione in primo luogo) e il suo limite nel nazionalismo ortodosso-putiniano fondato sul mito di una nuova Russkij Mir, volta a "formare il mondo russo come progetto globale".
Spaziando tra storia, politica e attualità, il saggio di Giorgio Ferrari è scorrevole ma puntualissimo, cioè denso di informazioni sulla Russia passata e presente. In un’ottantina di pagine conclusive, il lapidario ma molto informato “Abbecedario dell’Arca” racchiude inoltre, in una cinquantina di voci, l’antropologia minima e massima - storie, persone, personaggi, detti, usi e costumi – della Russia e dei popoli che la abitano, entrambi inascrivibili all’interno di qualsivoglia canone geopolitico comune, entrambi ininquadrabili secondo angolature di carattere univoco.
Come ha scritto il filosofo russo Pëtr Jakovlevič Čaadaev:
“Spesso si parla della Russia come se si trattasse di uno stato uguale agli altri; in realtà non è affatto così. La Russia è un mondo a parte”.
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