L’architetto di Porsenna
- Autore: Fabrizio Cordoano
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Sacrilegio! Hanno saccheggiato la tomba della famiglia dei Clinii, una delle sepolture principesche più ricche della necropoli di Caere! Fabrizio Cordoano, l’investigatore privato scrittore a Pescara, ha dato alle stampe nel 2016 il secondo titolo della trilogia Anime etrusche, L’architetto di Porsenna, nella collana Pandora della casa editrice Solfanelli di Chieti (200 pagine). Va ricordato, che il primo romanzo dei tre ambientati nel VI secolo prima di Cristo è stato I gemelli di Caere, proposto nel 2014 sempre per i tipi del Gruppo editoriale abruzzese Tabula Fati.
È forte la suggestione di un viaggio nel tempo fino alla monarchia romana e di un incontro eccitante con le tradizioni, i costumi, i materiali in uso 2500 anni fa, in un’area tra i sette colli e l’Alto Lazio.
Cordoano è un cultore appassionato dell’età etrusca fin da giovanissimo, per tradizione di famiglia visto che il nonno possedeva terreni agricoli in un territorio soggetto a ritrovamenti archeologici. I campi sorgevano sulle necropoli etrusche a Cerveteri (l’antica Caere).
Seppure “antichizzato” in modo affascinante, il racconto di questo giallista storico ha cadenze molto moderne. Una scrittura scorrevole mette il lettore a proprio agio e aggiunge al piacere dell’azione e dell’intrigo l’opportunità di apprendere senza fatica aspetti di un momento importante del passato che ci sono noti solo sommariamente, per grandi linee. Questo vale quanto meno per le generazioni più mature, che alle elementari mandavano a memoria i nomi dei sette re di Roma, da Romolo a Tarquinio il Superbo.
Nei libri di testo, però, non veniva chiarito a sufficienza agli scolaretti che la parte finale della civiltà etrusca ha incrociato quella iniziale della grande storia dell’Urbe. Era di origini etrusche la stessa dinastia dei Tarquinii, che regnò a Roma col quinto re e col figlio di questi, conosciuto come il Superbo, per aver negato i funerali al suocero Servio Tullio, sesto sovrano da lui fatto assassinare per prenderne il posto. Cordoano lo fa sospettare in questo romanzo. Maldicenze? Chissà?
Le dodici città della Lega etrusca vivono nel passato e nella ricchezza, che fa gola ai Tarquini e ispira campagne militari per impossessarsene. Intanto, in una Roma in crescita prepotente si respira un’aria diversa, spiega all’anziano Turkal il giovane architetto Zatte di Tarquinia, esule nella città nata sul Tevere.
“I romani non ti giudicano per il passato, ma per il contributo che sai portare alla loro comunità e per il modo in cui ti comporti. Onestà e coraggio sono fondamentali: se dimostri di averne, poco importa essere stati in precedenza ladri o assassini”.
Come si diceva fossero i fondatori dell’insediamento sui sette colli. Roma conta su un esercito ben equipaggiato e addestrato, è protetta da possenti mura di cinta che racchiudono costruzioni ricche e moderne, tutto questo grazie all’apporto di ingegneri, architetti, artigiani provenienti dal territorio etrusco. Le loro conoscenze, unite alla gran voglia di crescere dei Romani, stanno facendo rapidamente grande la città.
Nel recensire i testi di una trilogia, tutti già pubblicati (il più recente, L’ultimo Zilath, è uscito nel 2019), è d’obbligo accennare alla trama senza rompere il giocattolo. Non si può scrivere niente che possa provocare danni involontari, rivelando particolari che non vanno messi in luce, perché funzionali alle vicende raccontate in uno dei volumi. Certo, possono anche essere consultati indipendentemente l’uno dagli altri, ma per il recensore è vietato sbagliare.
Non ci si potrà discostare troppo, per questo, dall’accennare al furto sacrilego in ben dodici tombe della parte più ricca della necropoli di Caere. Qualcuno, parecchie persone, ha scavato un tunnel e una volta all’interno ha depredato oro e argento, ignorando gli altri beni a corredo dei defunti inumati. Maestro Turkal, concessionario di tutte le attività nella città dei morti, riferisce al magistrato capo tra gli Etruschi, lo Zilath, che una bellissima e fin troppo elegante pastorella ha ingannato le guardie in servizio di notte, offrendo vino e ricotta corretti con un forte sonnifero. Oro e argento soltanto, ladri esigenti, tanto sofisticati da trascurare oggetti costosi, pure a portata di mano.
Intanto a Roma tutti vogliono l’architetto Zatte, costruttore dello splendido Tempio di Apollo a Veio. Anche re Tarquinio gli commissiona il completamento di un’opera avviata dal padre Prisco: il tempio di Giove, da realizzare più grande e splendido che mai. Per le statue che orneranno l’edificio si può contare solo sul vecchio Mattias, che ha un bravo allievo e figlio adottivo, Vulka. Per convincerli ad accettare il lavoro, Zatte deve tornare a Caere, un’occasione per la bella moglie Fedullia di rivedere la sua terra. Con loro viaggeranno i gemellini, un bimbo e una bimba, Laerthe e Athe, nati alla coppia dopo la fuga a Roma. La donna ha doti di preveggenza, era una Sibilla, faceva parte della congregazione di sole donne che abitano in un luogo segreto e adorano la dea Hera, alla quale hanno dedicato un’enorme e ricchissima statua auro-argentea.
La loro città occulta sta sprofondando per un movimento franoso e le consorelle hanno deciso di trasferirsi altrove. Ma se donne e bagagli possono scavalcare le colline, non può farlo l’effige colossale della dea. Dovranno sotterrarla e costruirne un’altra, ancora più preziosa, nella nuova sede.
Non sono le sole ad attivarsi. Roma muove guerra alle città vicine, una dopo l’altra. Intanto la natura si ribella contro tutti. Azione assicurata, odi e passioni, ostilità e amori abbondano nell’Alto Lazio, in un tempo remoto, ma neanche tanto.
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