L’arte dell’attesa
- Autore: Andrea Köhler
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Add editore
- Anno di pubblicazione: 2017
La giornalista tedesca Andrea Köhler, tramite questo piccolo saggio-gioiello, pubblicato da Add editore con la traduzione di Daniela Idra, ci invita a riflettere su una tematica che coinvolge tutto il genere umano: l’attesa, ovvero l’intervallo temporale che intercorre tra un evento e il suo verificarsi.
“Aspettare è una imposizione. Eppure è l’unica cosa che ci fa percepire fisicamente il logorio del tempo e ce ne fa conoscere le promesse. Esistono in finite forme di attesa: in amore, dal medico, alla stazione o nel traffico. Aspettiamo: l’altro, la primavera, i numeri del lotto, un’offerta, il pranzo, la persona giusta, e aspettiamo Godot. I compleanni, i giorni di festa, la felicità, i risultati sportivi, un referto. Una telefonata, il rumore della chiave nella toppa, il prossimo atto e la risata dopo il finale di una barzelletta. Aspettiamo che un dolore smetta e che ci colga il sonno o che il vento si plachi. Inerzia, distrazioni o noia: nel registro delle ore programmate, l’attesa è la pagina vuota da riempire. Che nel migliore dei casi ci ricompensa con la libertà”.
Con l’ausilio di importanti filosofi e scrittori (Barthes, Kafka, Nabokov, Nietzsche, Benjamin, Camus, Handke, Beckett e molti altri) Andrea Köhler ci parla di un valore che non salta subito agli occhi, ovvero quanto del nostro tempo di vita impieghiamo nell’attesa. Questo tempo - ci fa riflettere l’autrice - pare essere preminente nella nostra esistenza.
Attendere è come inscenare un monologo solipsistico in un frangente di sospensione temporale.
Fare aspettare è prerogativa dei potenti, sottolinea Andrea Köhler: sospendendoci nel tempo che passiamo per essere ricevuti da loro, consumano le nostre ore in modo dispotico. Essere condannati ad aspettare è una condizione alla quale ci costringe chi ci tiene in pugno.
Andrea Köhler sottolinea che anche la malattia sia un tempo di sospensione temporale o perché si attende che la “crisi” passi oppure, in fase di convalescenza, perché l’attesa si unisce alla debolezza:
“Perché in fondo ammalarsi è una sorta di attesa, in cui il fisico ci mette a confronto con la sua naturale lentezza”.
Il viaggio, il sonno o l’eros: Andrea Köhler sostiene siano tutte forme di attesa. L’attesa tra il desiderio e la soddisfazione dei desideri è fondamentale in quanto chi si priva del tempo di attesa dell’esaudimento non svilupperà passioni.
“Perché il viaggiare è ancora una delle poche forme di esistenza in cui il cammino stesso va vissuto come traguardo, e senza le fatiche del cammino anche l’arrivo diventa il più delle volte vano e insulso. L’eros è transitorio, si accende nel tragitto, nello spazio di forze fra la partenza e l’approdo”.
Una nota va senz’altro dedicata alla particolarità della raffinata copertina de “L’arte dell’attesa”, con l’illustrazione di Luca Cristiano. Questo saggio è una occasione di analisi introspettiva sulla percezione del tempo che, comunque lo si impieghi, è un dono. Armatevi di matita, poiché vi ritroverete in ogni pagina e certe frasi non le vorrete certo dimenticare.
L'arte dell'attesa
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