L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita
- Autore: Alessandro D’Avenia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
Anche chi non ha letto i precedenti romanzi di Alessandro D’Avenia, con “L’arte di essere fragili” si accorge che sta leggendo il suo romanzo più bello.
In questo libro arrivato da poco in libreria, lo scrittore manda epistole a Leopardi come se fosse ancora vivo, ma il poeta tratteggiato dall’autore non è necessariamente il vero Leopardi.
In primis, perché questo è disperato, sempre a Recanati, sempre chiuso in biblioteca ma, pur vivendo in questa vita fatta solo di dolore e noia, Alessandro D’Avenia vede il bicchiere mezzo pieno: sì, soffre, ma ha appena scritto l’Infinito, c’è poesia più bella in circolazione?
Leopardi diventa un adolescente e un ragazzo geniale e, per un attimo, si ha l’impressione che l’Infinito, la poesia, l’abbia scritta su uno smartphone.
D’Avenia scardina il tempo e la biografia del poeta per farlo diventare il migliore in una classe di liceali.
Il romanzo tiene fin quasi verso la fine, ma poi c’è come un’ammissione del tutto scorretta, ovvero che, anche se non credente, Leopardi con la sua poesia ha portato nel mondo la Fede e la Bellezza.
Prendendo dallo “Zibaldone” dei pezzi di scritto “neutri”, Alessandro D’Avenia ci vuol convincere che la vita di Leopardi è stata difficile, ma ammantata dalla bellezza del genio, cosa non proprio corretta dal momento che Leopardi con “Le operette morali” scardina qualsiasi sogno metafisico, si getta in un illuminismo irreversibile, che poco ha a che vedere con la fede religiosa o le religioni monoteiste in generale.
Il capitolo sulla poesia La Ginestra è abbastanza scioccante: D’Avenia parla della sua personale fede religiosa, cattolica forse, confrontandosi con i versi più sconsolati scritti da un essere umano.
Questo Leopardi tutto sbagliato però ci piace, ci conquista, ci fa sentire migliori.
D’Avenia riesce a farci amare di più Giacomo Leopardi.
“L’arte di essere fragili” è un libro festoso, pastoso, pieno di belle parole e non importa chi fosse veramente Leopardi. Già lo abbiamo visto sul grande schermo con la bella faccia di Elio Germano.
Nel 2016 Giacomo Leopardi è diventato bello, con una gobba trascurabile, pieno di amici, un po’ sfortunato in amore - ma chi non lo è - forse ora anche in Paradiso.
La letteratura serve anche a questo, a rendere reali le menzogne.
L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita
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