L’Atlante dell’Invisibile di Alessandro Barbaglia

Alessandro Barbaglia ci porta in un modo tutto suo con questo L’Atlante dell’Invisibile (Mondadori, 2019), come aveva già fatto con La locanda dell’ultima solitudine, facendoci assaporare la meraviglia di una scrittura, strana, originale e dettagliata, come poche volte si riesce ad incontrare nei libri.

La storia del libro L’Atlante dell’Invisibile si divide inizialmente in due parti o almeno così ci fa credere l’autore. Nella prima, parla di tre amici che vivono in campagna nel nord d’Italia. Sono questi tre ragazzini che cercano, attraverso il paese e ciò che li circonda, di captare tutto quello che il panorama e la campagna offrono, andando al di là dei classici sensi: sì, perché essi, riescono a scorgere “un qualcosa” oltre la linea della realtà, scavalcando così l’immaginario o meglio l’invisibile.
Decidono quindi, attraverso delle regole, di appuntarsi, in quello che poi sarà l’atlante invisibile, tutto quello che c’è di immaginario da assaporare.
Nella seconda parte del volume ci sono Elio e sua moglie Teresa, che costruiscono mappamondi, attraverso un loro criterio: mettere laghi, vulcani fiumi o tutto quello che gli passa per la testa, dove pensano che stiano meglio: a prescindere da dove essi abitano realmente. Così, seguendo una loro logica, oppure, seguendo il loro piacere.

Caro Alessandro, aspetto il prossimo libro e soprattutto spero di riuscire, attraverso i tuoi insegnamenti e la tua passione, nonché il tuo talento, ad avvicinarmi al tuo mondo.