L’avvocato di strada di John Grisham

L’Avvocato di strada rappresenta, forse, uno dei romanzi più riusciti ed intensi di John Grisham.

Calatosi nei panni del protagonista, l’autore ripercorre gli ultimi 32 giorni della vita dell’avvocato di un prestigioso studio di Washington Michael Brock che, da stanze rivestite di marmi e arazzi costosissimi, si ritroverà a difendere gli homeless, in strada, privo della sua macchina di lusso, moglie e casa completa di attico. Il tutto inizia una mattina quando un senzatetto, che si fa chiamare Mister, prende in ostaggio lui ed altri avvocati. Dalla sua morte, ad opera di un cecchino, Brock inizierà a pensare all’inutilità dei tanti soldi accumulati e del suo operato alla sezione antitrust. In preda ad una crisi di coscienza, dovuta anche al suo difficile rapporto con la moglie, l’Avvocato trentaduenne accetterà di lasciare il proprio studio per darsi alla difesa dei più deboli, affiancando Mordecai Green, un avvocato di colore impegnato nel sociale. L’incontro con la giovane senzatetto Lontae Burton e i suoi quattro figli non avverrà per caso. La sua morte lo spingerà a compiere un’azione che, anche se contraria alla sua etica professionale, costringerà il suo vecchio studio e la casa costruttrice che lo stesso rappresenta a rimediare ai torti di uno sfratto abusivo, che aveva rimandato Lontae e Mister e altri 15 regolari inquilini in mezzo ad una strada, condannandoli a morire.

Sicuramente, nel romanzo, risultano interessanti le descrizioni del mondo dei senzatetto. Avvocato di medio successo, l’autore stesso annota alla fine del suo testo che per conoscere meglio queste realtà, a lui ampiamente sconosciute, si è recato presso la Washington legal clinic for the homeless.