L’azzurro del cielo non ricorda
- Autore: Hannah Richell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2014
Tutto aveva avuto inizio con l’arrivo tramite corriere di “una busta rigida color panna con l’indirizzo scritto in una grafia ordinata”. Lila incuriosita da una cosa piccola ma pesante che sbatacchiava all’interno del plico, l’aveva aperto. All’interno c’era una lettera scritta a macchina insieme a diversi documenti ripiegati. Scrollando la busta un’ultima volta Lila aveva visto scivolare fuori una pesante chiave d’argento. Lo studio legale Gordon & Boyd comunicava alla donna che era la beneficiaria di una donazione anonima: un appezzamento di terreno in una zona molto isolata sul confine nord del Peak Discrict.
“È che sembra tutto così strano” aveva detto Tom il marito di Lila quando la giovane gli aveva mostrato la lettera.
“Possiamo andarci insieme, questo fine settimana o il prossimo. Ci farebbe bene andarcene via, anche se solo per poco”, aveva proposto Lila.
Era invitante l’idea di lasciare Londra per andare in un posto nuovo e lontano, un posto dove nessuno li conosceva ma soprattutto nessuno sapeva che cosa era successo. Dopo due settimane nelle quali Lila era rimasta chiusa in casa senza combinare quasi niente, a parte dormire, piangere e vagabondare per le stanze senza sapere che cosa fare, la trentenne sentiva il desiderio improvviso di fare qualcosa.
I coniugi, lui ingegnere progettista e lei designer d’interni, condividevano un grande dolore: Milly, la loro “bellissima bambina” era nata prematura in seguito a una caduta accidentale di Lila. La bimba era rimasta nell’unità neonatale per tre giorni e Lila non l’aveva lasciata un momento accarezzandole le minuscole dita piegate attraverso il foro dell’incubatrice. Lila aveva implorato Milly di resistere recitando tutte le preghiere che era riuscita a ricordare. Ma erano sopraggiunte delle complicazioni, una polmonite, e la vita di Milly era rimasta appesa a un filo. Quel filo sottile si era spezzato due giorni dopo e con la scomparsa della piccola Milly, Lila si era allontanata da Tom, ora il loro rapporto annaspava su un terreno scivoloso e in salita.
Occuparsi della ristrutturazione del vecchio cottage di pietra sul lago era un ottimo motivo per Lila di tenersi impegnata, perché mai come ora era necessario un cambiamento di scenario, un ritiro, un posto dove riprendere in mano le redini della sua vita. “… desidera solo essere su al cottage, almeno per un po’ lontana da Londra e dalla loro vita insieme, arrivata a un punto morto”. Ma qualcosa è avvenuto trent’anni prima “in quel bacino di terra nascosto al resto del mondo dalle colline smeraldine e dai boschetti ombrosi che lo cingono da ogni lato”, testimone quella caratteristica costruzione che ricorda un semplice disegno dell’infanzia fatto con i pastelli. “Qui dev’essere accaduto qualcosa”. Scuote la testa. Forse non lo scoprirà mai.
L’autrice inglese Hannah Richell nel romanzo "L’azzurro del cielo non ricorda", edito da Garzanti nel 2014 (titolo originale del volume The Shadow Year, traduzione di Alba Mantovani), racconta il dolore di una donna le cui ferite del cuore sono profonde e laceranti. Dopo il grande successo de Le bambine che cercavano conchiglie, ha scritto, come l’ha definita Booklist:
“... una storia di misteri inanellati uno dentro l’altro. Potente, coinvolgente ed emozionante”.
Quel luogo incantato nasconde un segreto che riguarda la protagonista, segreto legato a un gruppo di ragazzi che hanno vissuto per un periodo lungo le rive incontaminate del lago sognando un’esistenza semplice e libera. Lila ancora non lo sa ma il suo futuro è legato al passato di “sei strane figure stilizzate che danzano sulla parete, scarabocchiate in un viola sbiadito” raffigurate in un murale in una camera del cottage.
“È stato il fatto di appartenere alla stessa generazione che mi ha aiutato di più, credo, a entrare nella testa di Lila.”
Questo ha rivelato l’autrice in un’intervista alla fine del volume.
Fondamentale per la redazione del romanzo è stata la rilettura di Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau, un classico americano, che descrive l’esperimento dello scrittore, filosofo e poeta statunitense che nel 1845 provò a vivere per due anni nei boschi in una capanna da lui stesso costruita presso il lago di Walden vicino a Concord nello Stato del Massachusetts.
“Un lago è il tratto più bello ed espressivo del paesaggio. È l’occhio della terra, a guardare nel quale l’osservatore misura la profondità della propria natura”. Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau, 1854.
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