L’effetto farfalla
- Autore: Jussi Adler-Olsen
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2015
“Tutto bene in Africa, anche se la tribù non becca un centesimo”
“L’effetto farfalla” (Marsilio, 2015 - 554 pagine 19,50 euro) è un titolo della collana Giallo Svezia, ma l’autore è danese, il bravo Jussi Adler-Olsen e questa volta il suo thriller rimbalza in avvio tra Copenaghen e la foresta pluviale del Camerun. Si tratta del quinto caso della Sezione Q. E’ la squadra dell’ispettore Carl Mork, il poliziotto meno amato, per i suoi modi impossibili, però ha un gran cuore, sotto la scorza del duro. Si occupa di casi irrisolti, scelti dal fiuto della segretaria Rose, alla quale si alterna la sorella Yrsa, quando la gemella ha le paturnie, perciò non di rado. Ma niente è normale in quel gruppo, nemmeno l’autista tuttofare Assad: si dichiara siriano ed ha eletto a suo ufficio uno sgabuzzino.
La vicenda ha un antefatto. Risale a due anni prima. Tre persone devono morire – ad una è già successo – perché “l’affaire” Sviluppo dei Baka possa continuare a dare i suoi frutti, dalla giungla africana, alla grande banca danese il cui direttore Teis Snap regge i fili della corruzione, insieme all’amico e complice Renè Eriksen. Solo così tutti quelli che ricavano un profitto dal business non avranno difficoltà nel continuare a farlo, gli azionisti seguiteranno a spartire i dividendi e i dipendenti conserveranno il posto di lavoro. Pazienza che i pigmei della riserva di Dja non registreranno progressi della loro agricoltura primitiva, tanto chi potrà controllare, visto che uno dei responsabili locali del programma di cooperazione internazionale è già in pasto ai coccodrilli, chi lo ha liquidato sta per esserlo a sua volta, dopo che il verificatore ministeriale danese avrà fatto una brutta fine?
50 milioni di corone ogni anno vengono erogate dal Governo danese per un progetto di sviluppo in Camerun. Il cinico Renè, sotto la regia di Teis, provvede a stornare la somma a vantaggio della banca, tanto laggiù in Africa sono tutti corrotti e l’analista inviato dal Ministero, l’ottimo William Stark, ha il destino segnato.
L’inganno dura da mesi ed è filato tutto liscio. Bastava non si sapesse che l’agricoltura della tribù Baka era ferma all’anno zero, il programma di l’istruzione scolastica non era affatto partito e l’assistenza sanitaria restava inesistente. Chi poteva controllare se tutti erano pagati per non farlo?
Stark riparte dal Camerun in tempo per non essere eliminato e fatto sparire. Lascia con un palmo di naso il killer recidivo, un colosso nero che avrebbe dovuto provvedere e che ora non può restare in vita. Intanto, c’è un problema: una cosa è “terminare” William in Camerun, un’altra in Danimarca...
Questo accade nel 2008. Due anni dopo, l’attenzione narrativa si sposta su Marco, a Copenaghen. Ha quindici anni, ma è minuto e ne dimostra meno, così intenerisce i passanti, cosa che ai maschi più grandi della banda di ragazzini accattoni ormai non riesce più. Uno zingarello fa compassione, un adolescente rom turba la gente, la incattivisce, tutti si mettono sulla difensiva e nessuno molla spiccioli. Marco lo sa ed è il solo che quando il furgone li va a raccogliere regala fogli da cento a chi ha raccolto poco o niente. Così potranno scansare le punizioni di Zola, il capo indiscusso, il tiranno, suo zio. Accattonaggio, furti nelle case, borseggi, scippi, ecco l’industria del clan, mimetizzato in un quartiere normale, per non dare nell’occhio con roulotte e baracche in periferia.
Quando Marco scopre che vogliono rendere storpio un ragazzo che non “funziona” più, scappa disperato. I gorilla di Zola lo inseguono. È molto intelligente, non è uno sprovveduto, fugge verso un bosco, di notte. Si nasconde in una buca, mentre sente chi lo cerca pronunciare una frase che sulle prime non ha significato: è qui che lo abbiamo messo.
Capisce presto, però. Si ritrova steso sopra un cadavere. Al buio intravede capelli rossi, ma la pelle del viso è liquefatta dalla decomposizione. Se fosse giorno lo spettacolo sarebbe orribile, quanto l’odore. Al collo il morto ha una collana di mascherette africane, roba di nessun valore e comunque un oggetto speciale.
Il ragazzino dovrà mettere a frutto tutte le sue capacità ed anche le tecniche microcriminali apprese nella banda, per continuare a sfuggire alla caccia. Allontanandosi da Zola, si avvicina per sua fortuna a Carl Mork, che intanto ha da fare con colleghi che lo evitano, superiori che non lo apprezzano e casi che gli vengono sottratti da altre Sezioni, come la scomparsa di un funzionario del Ministero degli Esteri, introvabile da due anni. Un certo Stark, William Stark.
E il cerchio si chiude sui Baka e sulla Banca.
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