L’elefante scomparso e altri racconti di Murakami Haruki

Si tratta di una raccolta di racconti, ma non si può parlare della scrittura di Murakami con parole scontate. Credo che ci si possa anche irritare leggendoli e rimanerne un po’ attoniti ed alquanto sconcertati se si cerca la solita lettura di storie di vita in chiave esotica ambientate in Giappone. Murakami va letto facendo pagina bianca, gustato come un’esperienza dei sensi, come un cibo dall’aspetto di quotidiano ma preparato con ingredienti dai sapori insoliti.
Dove comincia una storia? Dove finisce? Ci è dato di sapere tutto? O solo la parte che ci vuole raccontare lo scrittore? E nella vera vita? Spesso veniamo a conoscenza di spacchi di vita, come conversazioni colte solo in parte, e non necessariamente nella parte più esplicita del problema affrontato.

Sono diciotto racconti, mirabili per la genuinità della penna: diciotto racconti come diciotto portate, a volte scontate, a volte dichiaratamente surreali, a volte intriganti o introspettive. Anche nel più bizzarro dei suoi testi, la vita scorre inesorabilmente e stranamente se il lettore accetta di farsi portare per mano senza fare troppo domande e tutto, in qualche modo misterioso, comincia ad avere un senso. Nei finali senza finale si può appieno assaporare l’osservazione che non è nella meta ma nel viaggio che si trova la comprensione o per lo meno la ricerca del senso/non senso della vita.

L’autore - Haruki Murakami nato nel ’49, figlio di un monaco buddista, amante di jazz e di vita sana, è autore di numerosi romanzi e traduttore in giapponese di autori americani.

L’autrice di questa recensione è una scrittrice emergente che partecipa alla nostra iniziativa "Uno scrittore ci racconta un libro": clicca sul Suo nome per conoscerla meglio!