L’enigma di Leonardo
- Autore: Claudio Paglieri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2013
Ma che fine hanno fatto i detective di una volta, quei bei ciniconi tagliati con l’accetta alla Humphrey Bogart? Confesso di non essere un grande frequentatore del genere, ma per il poco che mi capita di leggere mi sembra che adesso vadano di più gli anti-eroi col distintivo, professionalmente impeccabili ma con cuore tenero, lacrima in punta di ciglio e una vita privata che peggio di così solo il ragionier Ugo Fantozzi nelle sue giornate peggiori (beh, con le donne se la cavano decisamente meglio, ma si tratta quasi sempre di vittorie di Pirro).
Ho il forte sospetto che di tale progenie investigativa faccia parte anche il commissario Luciani, frutto della penna di Claudio Paglieri, che ne “L’enigma di Leonardo” (Piemme, 2013) deve vedersela con una sequela di delitti discendenti da un misterioso disegno di Leonardo Da Vinci, rinvenuto (ma non troppo) in quel di Genova.
L’incipit prende le mosse dalle morti ravvicinate di un vecchio conte (possessore dello schizzo leonardesco) e della sua badante polacca e non credo sia giusto spifferare molto altro della trama di questo pasticciaccio brutto in salsa ligure. Vi basti sapere che a complicare la vita e il talento investigativo di Marco Luciani, contribuiranno anche, in ordine sparso:
- una vecchia mamma e una zia (malata) ancora di più,
- un neonato in fasce che si allena - a via di strepiti - da Imperatore (l’imperatore Alessandro),
- nemici giurati in cerca di vendetta,
- vecchie e nuove “fiamme” riaffioranti dal passato prossimo e remoto,
- colleghi incapaci, altri in crisi coniugale,
- pericolose bande di marocchini & ultrà
e a questo punto non so nemmeno se ho tenuto il conto esatto delle peripezie pubbliche e private che toccano al commissario per quasi quattrocento pagine. Vedete bene che di carne al fuoco ce n’è quanto basta per esaudire le esigenze anche del lettore più aduso allo spaghetti-mistery e dunque tanti complimenti all’ingegno dell’autore, in attesa dei bis e dei tris che seguiranno.
Per quanto mi riguarda, l’aspetto che più mi ha colpito de “L’enigma di Leonardo” è la caratura psicologica che Paglieri conferisce ai personaggi, di pari passo al dispiegarsi della trama, così che – a parte qualche concessione a love story tutto sommato prevedibili - l’insieme risulta di apprezzabile peso specifico, credibile, inserito, fra l’altro, nel contesto-mondo di una Genova-nera dove i fatti di gente per bene si intrecciano ai misfatti del popolo dei carruggi, all’insegna di uno smarrimento ideale, condiviso e senza soluzione di continuità. Due ulteriori note di merito: la prima per i dialoghi, mai banali; la seconda per lo stile - piano e avvincente -, che fa di Paglieri uno degli autori di punta (con merito) del giallo all’italiana.
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Claudio Paglieri lo seguo da sempre come scrittore e i
suoi libri li compro a scatola chiusa.
Questo la dice lunga sul mio gradimento