L’equilibrio è un’antica vertigine
- Autore: Roberta Di Pascasio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
“L’idea che esistesse una letteratura maschile da una parte e una femminile dall’altra è sempre sembrata un insulto”, scriveva Elsa Morante, lo è anche per me e quando leggo di esperienze soggettive degli autori e autrici che con la loro poetica personale narrano con uguale intensità e sentimenti storie di donne e di uomini, ecco che rimango piacevolmente ammirata. È il caso de L’equilibrio è un’antica vertigine (AUGH! Edizioni, 2021), nel quale l’autrice Roberta Di Pascasio supera la specificità sessuata, dà voce a un giovane colto, amante di Shakespeare, Orlando, che dialoga con se stesso nel suo percorso di rinascita tra presente e passato, e conduce il lettore in un mondo letterario libero, così caro alla Morante, nell’indistinzione fra scrittori e scrittrici.
Un romanzo appassionante è L’equilibrio è un’antica vertigine, la cui lettura lascia senza respiro: una lunga, intensa, lacerata riflessione sulla vita, sui suoi equilibri e sulle sue vertigini.
In quale profonda vertigine l’essere umano può cadere, in uno stato di smarrimento e di non clemenza, in una nebbia fitta che impedisce al pensiero e alla parola di farsi linguaggio, per chiudersi in un silenzio interiore e in una solitudine fisica da fare ingoiare lacrime amare? È la vertigine dell’anima, e del nostro protagonista l’affannosa ricerca del proprio equilibrio.
Roberta Di Pascasio, una laurea in Lettere moderne alla Sapienza di Roma e una specializzazione in Editoria, è responsabile dell’officina letteraria Ponte di carta: lettrice e scrittrice, ha pubblicato numerosi romanzi.
Orlando ogni mattina raccoglieva i capelli sparsi sul cuscino, li perdeva e le cose perse sapeva bene che non tornavano.
“Negli ultimi tempi ha la sensazione che gli sfugga tutto di mano, energia fiducia capelli, tanti piccoli frammenti caduti e più scorrono i mesi e più si sente disperato...”
Una vita quasi perfetta e poi all’improvviso al margine, come uno dei protagonisti di un romanzo chiuso nel cassetto dei sogni: un uomo senza più desideri perché la storia è finita prima di incominciare. Voleva fare il giornalista, all’università i suoi compagni di studi lo vedevano arrivato e di successo, ma il sogno era rimasto sogno. Nella realtà di ogni giorno si divideva tra due lavori, call center e nei weekend barman di sera. Il passato era lì, nel suo circolo vizioso che non gli donava serenità, all’infinito. Fatalità e senso di colpa: c’erano giorni nei quali il dolore, “come tanti spilli conficcati nel corpo”, risaliva dal fondo e gli troncava il respiro. Orlando, dilaniato nell’anima, vorrebbe riscrivere la sua storia.
In una notte buia con il fratello Filippo alla guida dell’auto, una curva troppo larga e lo schianto all’improvviso: a terra una bambina con le sue treccine di capelli biondi e la nonna con la collana rossa che le avvolgeva il collo. Istanti della vita, come scrive Sandro Bonvissuto, nei quali si prendono decisioni cruciali, dove si guarda negli occhi la sorte e si cambia il proprio destino. Il fratello in carcere e i genitori ancora più soli in una piccola casa sulla Tuscolana; un pugno nello stomaco era andarli a trovare, il padre seduto alla finestra e la madre intenta nel seguire una tv sempre accesa. Cosa lo faceva disperare, un lungo elenco: si sentiva orfano con i genitori, fuori posto nell’aver emulato il fratello amatissimo, disperato per aver causato la morte di due persone innocenti.
“La vita è una catena di atti di separazione”, ne era certo, e anche andare via dalla sua casa, cambiare luogo e posto gli avrebbe dato la sensazione di non vivere più in una prigione soffocante. Una signora poco più che sessantenne, solare, sorridente, libera, Sophie, la vicina di casa quella mattina voleva sentirsi chiamare così, lo accoglierà nel suo nuovo appartamento, nell’affaccio a una nuova vita. In sua compagnia Orlando riscoprirà il piacere dei piccoli momenti, le emozioni, la complicità in alcune sere nell’imparare a cucinare e nel degustare un buon vino. Per due naufraghi come loro in cerca di un salvagente, sarà un tempo che diverrà occasione, un tempo per Orlando per imparare a perdonarsi, e lasciare alle spalle il passato e le ferite che tacevano la sua anima. Quando ci si sporge sul bordo della vita, ai margini, un incontro può essere salvifico. È l’incontro che cambia la vita, delle persone che non sappiamo vedere finché qualcosa non ci impegna a guardarle. È l’incontro con l’Altro, scriveva Doris Lessing, che apre a una nuova conoscenza di sé, a una rivoluzione interiore che condurrà il nostro protagonista al desiderio di vivere. Consigliato!
L'equilibrio è un'antica vertigine
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