L’eredità
- Autore: Louisa May Alcott
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2015
Da pochi mesi in Italia grazie alla casa editrice Jo March Agenzia Letteraria di Città di Castello (PG) il romanzo L’eredità (titolo originale The Inheritance, traduzione e cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci, Introduzione di Cesare Catà) di Louisa May Alcott (Germantown, 29 novembre 1832 - Boston, 6 marzo 1888), scritto dall’autrice americana a 17 anni e rimasto inedito fino al 1997, quando fu pubblicato per i tipi di Dutton.
“In un verde parco, sorgeva, imponente, la dimora di Lord Hamilton, per metà castello e per metà magione”
dove la limpida distesa del lago faceva da specchio ai fiori che crescevano sulle rive. Giardini fioriti circondavano la casa e i balconi inondati di sole aggiungevano eleganza e bellezza all’antico castello in rovina, rendendolo un’abitazione armonica e gradevole. I fortunati abitanti di questo Eden erano la vedova Lady Hamilton, viso fiero e algido e dal comportamento austero, la nipote, la gentildonna Lady Ida Clare, dagli occhi scuri, il figlio maggiore Arthur, un giovanotto di bell’aspetto, la figlia Amy, leggiadra ragazza di diciassette anni e infine la bellissima Edith, dai folti capelli scuri e dai begli occhi neri e malinconici. La giovane donna era l’istitutrice di Amy, che la amava come una sorella. Edith Adelon, dal cuore generoso e puro, era nata in Italia, la madre, una nobildonna italiana, priva di mezzi ma di famiglia aristocratica, aveva sposato in segreto un nobiluomo straniero. L’uomo era morto lontano da casa senza aver fatto testamento, lasciando moglie e figlia in miseria. Alcuni anni dopo, anche la madre di Edith era morta e la piccola era stata messa in orfanotrofio. Lì era stata notata da Lord Hamilton che l’aveva condotta con sé in Inghilterra e allevata come se fosse stata figlia sua. Lord Walter Percy, occhi limpidi e dolci, alto e dotato di signorile eleganza, era da poco giunto presso gli Hamilton per trascorrervi l’estate. L’uomo molto garbato “onorato e ammirato per gli atti generosi che ha compiuto” e di natura sensibile aveva avuto un amore infelice che ancora lo turbava. Il giovane uomo che aveva intenzione di sposarsi, era rimasto colpito dal viso pulito e candido e dalla dolce voce delicata della ragazza italiana il cui fascino lo attraeva sempre di più. Lady Clare, orgogliosa ed egoista, da sempre gelosa della bellezza e del buon carattere di Edith, cercava in ogni modo di mettere la giovane donna in difficoltà. L’estate trascorreva mentre il sentimento puro e disinteressato che Lord Percy provava per Edith cresceva sempre più. Walter non poteva immaginare quanto spesso il pensiero di lui entrasse furtivamente nel cuore di Edith.
Nel 1990 nella biblioteca dell’Università di Harvard (USA) due ricercatori americani avevano ritrovato un manoscritto del 1849 autografato dalla Alcott, una delle più grandi scrittrici americane del XIX secolo. Il suo primo componimento era stato una raccolta di racconti “Flower Fables” pubblicata nel 1854. Quindi questo è il suo primo romanzo, il quale risente dell’influenza dei romanzi gotici che all’epoca della scrittrice andavano di moda, dove se pur in germe s’intravedono i temi della Alcott quali le figure femminili coraggiose e nobili d’animo. La futura autrice dell’imperituro personaggio di Jo March, una delle “Little women” (1868), piccola ma grande donna volitiva e coraggiosa, la quale prima dell’amore vuole assolutamente trovare per sé un posto nel mondo, tratteggia con una prosa elegante e dal linguaggio ricercato una narrazione godibile, imperdibile lettura rivolta a tutti coloro da sempre fans dell’autrice statunitense. Come scrivono le editrici e traduttrici:
“con tutti i limiti di un’opera giovanile, L’eredità è per noi una pubblicazione fortemente desiderata”
un omaggio alla Alcott, la quale “ci ha insegnato la bellezza della lettura”.
“Non ho nulla da offrirvi eccetto un cuore riconoscente, la cui costanza e il cui profondo sentimento non potranno mai venir meno”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’eredità
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