L’etimo della festa
- Autore: Nino Barone
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Trapani, città siciliana di corallari e di maestranze, di prestigiosi gioielli e di botteghe, di mare e di pesca! Viene in mente Patrick Brydon che, nel suo “Viaggio in Sicilia” del 1770, scrisse:
“Gli abitanti di Trapani sono considerati i più ingegnosi di Sicilia: sono autori di molte invenzioni utili e artistiche”.
Per rendersene conto, basterebbe visitare il prezioso Museo Pepoli, la cui esposizione coinvolge in modo così intenso che l’occhio non si stanca di catturare la bellezza di cammei e di paliotti, di crocifissi e di acquasantiere, volendo citare soltanto alcuni dei pezzi più pregiati. La città è anche nota per i gruppi scultorei realizzati tra il XVII e il XVIII secolo. A darne notizia in modo singolarmente narrativo è Nino Barone con le sue due pregevoli opere “L’etimo della festa. La processione dei Misteri e il suo linguaggio” (Edizioni Drepanum, Trapani, 2012) e “I misteri di una processione. Aneddoti, paradossi e retroscena tra realtà e satira” (Edizioni Drepanum, Trapani, 2015).
L’approccio è linguistico, antropologico e narrativo. Lo prefigura il titolo del primo scritto che evidenzia il fascino dell’etimologia: scienza – si sa – dedita all’analisi del reale significato di un vocabolo. Siamo, quindi, nello scavo delle parole, le più arbitrarie creazioni della mente umana con le quali vengono designati concetti per conoscere e per interpretare il mondo. Sicché, la sua ricerca nasce dal desiderio della conoscenza, dalla passione civile, dall’entusiasmo di portare alla luce la realtà sommersa che ogni termine racchiude: origine e incontri fra civiltà diverse, vita quotidiana e tradizioni, fatti del passato e del presente. Le parole da lui studiate con la bravura dello speleologo sono impresse nel suo corredo genetico e in quello della comunità d’appartenenza; l’obiettivo è certamente quello di mostrare il farsi di una “festa” che si svolge tra il sacro e il profano facendo anche affiorare l’immagine di una Sicilia che nei suoi dialetti conserva le tracce delle varie dominazioni succedutesi in essa e che hanno plasmato gesti, relazioni, vicende. Nel guardare al passato per recuperarne la conoscenza, egli rende vivi e vitali i moduli espressivi col racconto delle fasi più salienti della cerimonia del Venerdì Santo: la più magica rivisitazione figurata della Via Crucis. I lemmi selezionati possiedono la caratteristica comune di illustrarla attraverso l’apertura della parola alle variegate informazioni in essa racchiuse; essi, oltre ad avere una funzione documentale sul piano semantico, sostenuta da opere di vari studiosi, si traducono così in storie cellulari tanto gradevoli quanto scorrevoli per un modo di scrivere pressoché spontaneo e privo di artificiosità verbalistiche.
Ma cosa sono i “Misteri” nel dialetto trapanese viene subito da chiedersi? È sul loro significato che egli insiste sia in questa che nella seconda operetta, la quale, a differenza della prima, è pamphlettistica e vi aleggia un’ironica pensosità nel denunciare con eleganza contraddizioni, degenerazioni, opportunismi nascosti dietro la facciata di una teatralità che attorno alla quale ruotano affari prezzolati: i “picciuli”, vale a dire i soldi. Se “Misteri”, in lingua italiana, indicano i “segreti sacri”, nel dialetto siciliano sono i “mestieri”, cioè le attività esercitate dai vari artigiani a cui i gruppi statuari vengono affidati. Nino Barone scrive
“Dunque i Misteri affidati ai mestieri tramite stipula di atti notarili e con l’obbligo da parte delle maestranze di curarli, abbellirli a loro piacimento e di condurli in processione”.
Tante le notizie; accattivanti i personaggi di cui Barone parla. I due libri si leggono tutto d’un fiato; una frase è lapidaria:
“Vivere a Trapani è amare i Misteri”.
L'Etimo della Festa: La processione dei Misteri e il suo linguaggio
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