L’imbalsamatore
- Autore: Alison Belsham
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2021
C’è un uomo convinto di poter raggiungere l’immortalità. Deve solo proseguire il percorso sacro di elevazione, per prendere posto tra gli dei accanto a Ra, Amon, Iside e Apopi, il Grande Serpente, che venera in particolare e col quale diventerà tutt’uno, se riuscirà nel suo intento. Non è, come si potrebbe pensare, il protagonista di una storia d’epoca egizia, ma l’artefice dei misfatti contemporanei raccontati da Alison Belsham nel suo nuovo mystery thriller L’imbalsamatore (Newton Compton, 2021, 381 pagine, trad. Beatrice Messineo e Carlotta Mele).
Per il giovane e bravo ispettore Francis Sullivan e la sua squadra della polizia di Brighton è il terzo caso, macabro ma con eleganza come il primo (Il tatuatore, Newton Compton, 2018) e ricco d’azione e personaggi come il secondo (Il ladro di tatuaggi, Newton Compton, 2019). Tre lavori ugualmente attraenti, nei quali la scrittrice britannica, con precedenti di sceneggiatrice, riesce col suo tatto narrativo a rendere accettabili situazioni e particolari sconvolgenti, che se non trattati con la stessa misura potrebbero addirittura rovesciare lo stomaco. Nelle sue pagine sono di casa cadaveri mutilati e sistemati in varie posture da serial killer e maniaci, ma la signora del macabro sterilizza le scene, indispensabili per creare tensione emotiva e fare salda presa sui lettori. Ne ha dappertutto, è tradotta in tredici Paesi.
Già dal titolo del nuovo romanzo, si capisce che la linea narrativa prosegue con altrettanto successo. Si aggiunga ch’è preceduto da un paio di pagine con le istruzioni per l’imbalsamazione, secondo le antiche tecniche egizie. E che i capitoli che seguono le azioni dei diversi comprimari — intitolati di volta in volta a Francis, Marni, Alex e Gavin, nuovo arrivato nella squadra — sono intervallati dalle pagine in cui l’ineffabile imbalsamatore accenna ai suoi progetti deliranti. Si apprende del percorso che lo dovrebbe condurre a diventare immortale, come il dio Apopi al quale si ispira. Davanti al cadavere che sta “preparando”, parla tra sé di una “lista”, dice di voler sacrificare le pedine giuste nell’ordine giusto, lasciando per ultima una persona in particolare. E sta per annunciare il suo arrivo, mostrando di cosa sia capace. Ha lavorato bene, la sua creazione pesa molto poco, la mummificazione ha trasformato la carne pallida e voluttuosa in pelle dura e scura, tesa sulle ossa. Le guance morbide sono scavate. Le dita carnose ridotte ad artigli.
L’imbalsamatore, dopo il tatuatore e il ladro di tatuaggi: certo che ce ne sono di maniaci nella non grande Brighton e passano tutti dalle mani di Sullivan e dei suoi.
È la notte di Halloween e la agente Angie, con Gavin neo acquisto del team, raggiunge la casa di MarniMullins, per sedare l’ennesimo litigio furibondo con Thierry. Marni è stata protagonista in particolare del primo romanzo, ha stretto una breve relazione con l’ispettore Sullivan e vivrà in questo titolo una disavventura giudiziaria, con qualche grattacapo per Francis, che non è titolare delle indagini. A lui tocca un altro caso, decisamente impegnativo. Qualcuno è entrato nel Museo di storia naturale, non per sottrarre ma per aggiungere. La raccolta di animali imbalsamati è stata arricchita da una grande teca, che racchiude quella che si direbbe un’antica mummia. Il singolare dono clandestino è sostenuto da un piedistallo di legno decorato di geroglifici. Copie di tre vasi canopi contengono materiale biologico disseccato, con tracce di una sostanza salina, il natron usato dagli imbalsamatori egizi.
Uno scherzo di Halloween? La provenienza dei reperti biologici è animale, come tutte le altre volte? Basta uno sguardo alla patologa Rose Lewis: il canopo scoperto non contiene resti felini, quello può essere solo uno stomaco umano. Non sono alle prese con un complicato giochetto-scherzetto, ma sulla scena di un crimine efferato.
Le bende rivelano la sono chiare, ben trattate con una sostanza resinosa ancora profumata, un lavoro recente altrimenti sarebbe sporche, scure, impolverate. La rimozione accurata e prima i raggi X anticipano la macabra verità: liberata la testa, si offre alla vista un volto scavato, rinsecchito e cinereo. È certamente un corpo umano, il cadavere di una donna accuratamente privato della materia cerebrale ed eviscerato, anche totalmente ricoperto di tatuaggi. Segni, numeri, simboli, geroglifici, scarabei. Sono su tutta la pelle, tracciati con inchiostro denso e nero. Alcuni grandi altri molto piccoli.
Della direttrice del Museo non si sa nulla. Alice Russell non si è presentata al lavoro e non dà notizie. Angie e Gavin entrano nel suo appartamento: è tutto sottosopra, non mancano tracce di sangue e la borsa della donna è appesa a una sedia. Contiene cellulare e portafoglio: non si è allontanata di sua volontà.
Le farneticazioni dell’imbalsamatore continuano: “Come ogni altro grande traguardo, anche l’immortalità richiede dei sacrifici. Sacrifici umani”. Vuole mandare un messaggio al mondo, a un uomo in particolare. Sarà un annuncio che lo rivelerà a tutti: adesso nessuno riderà di lui.
I cadaveri si moltiplicano, la tensione diventa febbrile per gli investigatori, la stampa, l’opinione pubblica. Si tratta di un’eccitazione che i lettori di Alison Belsham conoscono bene e che cercano nei suoi romanzi. È una febbre che non richiede terapie, non ha controindicazioni e non presenta il conto del dottore. Evolve nella sana voglia di farsi spaventare-divertire dall’orrore puro, dispensato con stile, in pagine indimenticabili.
L'imbalsamatore
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’imbalsamatore
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