L’incantatrice dei numeri
- Autore: Jennifer Chiaverini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2019
“L’incantatrice dei numeri” (2019, titolo originale “Enchantress of numbers” traduzione di Maddalena Togliani) di Jennifer Chiaverini, narra la vera storia di Augusta Ada Byron (Londra, 10 dicembre 1815 - Marylebone, 27 novembre 1852), unica figlia legittima del poeta inglese George Gordon Byron (Londra, 22 gennaio 1788 - Missolungi 19 aprile 1824).
Forse vi chiederete come mai io, che avevo solo sette settimane quando mia madre lasciò mio padre dando vita al terribile scandalo che divenne celebre in tutta l’Inghilterra come “la Separazione”, possa affermare di avere assistito agli eventi turbolenti che provocarono tanta curiosità e molti pettegolezzi.
Augusta Ada Byron, figlia del poeta romantico George Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke, si apprestava, all’età di trentacinque anni, a scrivere la storia della sua vita. La donna, dai lineamenti gentili e capelli ricci scuri, era consapevole che “non ho un’esperienza di prima mano degli anni precedenti la mia nascita, e non ho la presunzione di ricordare gli eventi controversi della mia prima infanzia”.
I suoi genitori si erano conosciuti a un ricevimento durante la Stagione londinese, dove il poeta era l’ospite più ambito a ogni festa.
È un genio, sussurravano alcuni ammirati. È un libertino, ribattevano altri.
L’ereditiera Miss Milbanke, che aveva ricevuto un’eccellente educazione classica ed era considerata un prodigio in matematica, scienze e lingue, si era sposata nel 1815 con Byron, occhi grigi e penetranti. Però, Mrs Byron, seppur amando profondamente Byron e sapendo che si era creata una profonda divisione tra loro, dovuta a caratteri inconciliabili e alle frequenti relazioni extra coniugali di George, aveva deciso di lasciarlo per tornare a vivere con i genitori a Kirkby Mallory Hall, nel Leicestershire. Ada non avrebbe più rivisto il padre, il quale morì quando la figlia aveva circa nove anni. Inoltre Augusta avrebbe fatto di tutto per fornire ad Ada un’educazione rigida fondata sulla matematica e la scienza per far sì che niente di poetico potesse mai attecchire nel cervello e nel carattere della bambina. In particolar modo, l’immaginazione doveva essere sradicata in ogni suo aspetto.
Confesso di provare un brivido di paura superstiziosa nello sfidare il destino mettendomi a scrivere ora la mia storia, come se fosse quasi finita.
La mente intuitiva della matematica avvertiva che “qualcosa mi spinge a impugnare la penna adesso invece di aspettare di avere i capelli bianchi e la pelle avvizzita”.
"L’incantatrice dei numeri è un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti. Per me, uno dei grandi piaceri dello scrivere romanzi storici sta nel rievocare personaggi storici poco noti o dimenticati”, rivela l’autrice americana nelle pagine dedicate ai ringraziamenti. La voce potente e suadente di Ada, attraverso la bella prosa della scrittrice, narra la breve esistenza di una donna molto dotata, che aveva elaborato un algoritmo oggi riconosciuto come il primo programma informatico della storia donando un prezioso contributo allo sviluppo dell’elaboratore elettronico.
Il futuro è ancora meno certo del passato, quindi non aggiungerò altro.
L'incantatrice dei numeri
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Chi è Ada Lovelace? Alcuni la conoscono solo come abile matematica e ingegnosa inventrice dell’algoritmo, che segnerà il primo passo per i programmi per elaboratori, a oggi così diffusi, ma c’è tanto di più da dire! In questo bel romanzo, "L’incantatrice dei numeri" (Neri Pozza, 2019), l’autrice, Jennifer Chiaverini ricostruisce, su basi storiche, la vita di una donna fuori del comune, nata nel primo quarto dell’Ottocento, dal poeta romantico George Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke. Nata da un matrimonio infelice e segnato dai tradimenti di lui, Ada viene educata alla ragione, al rifiuto dell’immaginazione, ed ad una rigida disciplina allo studio.