L’indagine di via Rapallo di Raffaele Crovi

La facciata. Nulla è come sembra. Ce lo dimostra lo scrittore e giornalista Raffaele Crovi in questo avvincente thriller L’indagine di via Rapallo (Piemme, 1997).

Milano, i giorni nostri.
Una Milano cupa e affascinante, da amare oppure odiare, a seconda delle situazioni.
La storia narrata in queste pagine entrerà di soppiatto in un palazzo anonimo, uno come tanti.
Nessun particolare che ve lo farebbe ricordare, negli anni.
Questo edificio è però abitato da persone che decisamente meritano di veder la propria vita narrata all’interno di una storia. Tante vite per un’unica vicenda che esploderà dopo poche pagine.
Uomini e donne che vivono, combattono, soffrono.
Qualche esempio?
Una donna in carriera, uno scrittore, un politico.
E potrei andare avanti ma voglio lasciare a voi il piacere di conoscerli, uno a uno.
La parte interessante della storia?
Un bel giorno uno degli inquilini muore.
Nulla di strano, nascere e morire sono cose naturali.
Però…
Eh sì, anche questa volta c’è un però.
Il particolare che ci darà da pensare è che ogni abitante del palazzo ha avuto a che fare con la vittima. O comunque sarà coinvolto, per un motivo o per l’altro.
Una storia che non risparmierà proprio nessuno, fino al proprio, inevitabile epilogo.
Un epilogo che potrebbe non accontentare tutti.

Raffaelle Crovi ci narra una storia cupa e agghiacciante che attecchirà facilmente nella nostra mente. E nelle nostre giornate.
Pagine popolate da personaggi (persone?) sapientemente dettagliati che si muoveranno in uno scenario così vivido che lo faremo nostro all’istante.
Dialoghi puntuali costituiranno la proverbiale ciliegina sulla torta che delizierà il nostro palato.
Anche se qualche boccone potrebbe risultare leggermente indigesto.
Una storia dedicata gli amanti del thriller, un genere appassionante che miete sempre nuove vittime ogni giorno.
Chi invece non digerisce queste storie ne stia alla larga: scoprirebbe di aver sempre snobbato qualcosa che, da ora in poi, apprezzerà. E parecchio.

Un libro da gustare sotto il sole d’agosto o davanti al caminetto in una fredda giornata di dicembre, da bere in un solo sorso come uno shot di tequila o da centellinare come un buon Armagnac, a voi la scelta.
In tutti i casi sarà quella giusta.