L’infinito di amare. Due vite, una notte
- Autore: Sergio Claudio Perroni
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2020
Un libro di una bellezza senza tempo, colto, intimo, e mi appresto in punta di piedi, umilmente, a scriverne. Un testo che non andrebbe recensito, ma solo letto, per non sminuirne la potenza delle parole e ciò che raccontano. Passo dopo passo, pagina dopo pagina si narra l’amore, quando è contemplazione dell’altro. Lo sguardo di un uomo alla propria donna, lo sguardo che le accarezza il corpo disteso sul letto, lo sguardo che penetra nei suoi pensieri, quelli più profondi, per divenire in pochi attimi una sola anima. Due vite unite con il verbo al passato, al presente e al domani: l’infinito di amare. L’infinito di amare è il libro postumo di Sergio Claudio Perroni, scrittore, amante dell’arte, bibliofilo, un uomo di immensa cultura, pubblicato dall’amica Elisabetta Sgarbi ne La nave di Teseo (2020).
Un testo che raccoglie il tempo di una vita; lo scrittore spesso faceva ritorno su quelle pagine di sentimenti ed eros, una revisione durata trent’anni con la sua raffinata ricerca linguistica e la sua grandezza nel raccontare dell’anima i suoi movimenti. Il lettore è colto da una visione di immagini e di sensazioni come la bellezza di un dipinto, si perde nell’immaginazione e nel sogno e il suo sguardo diviene dell’io narrante. Una vera e propria celebrazione di un atto d’amore che, come è stato scritto, ricorda Marguerite Duras e il suo rapporto fra scrittura e amore.
I due amanti sono distesi, abbandonati sul letto di una camera d’albergo; lui la trova ringiovanita come se non si fossero mai persi e ha il desiderio di chiederle "come è stata senza di lui, come è stato senza lui". Lei lo osserva mentre dorme, attende le sue riflessioni, mentre avverte il suo respiro a filo delle labbra, e non abbandona con la mano il lenzuolo per scorrere con la punta delle dita la sua pelle. Lui la immagina bambina al fianco del padre, adolescente e poi donna, la osserva e segue il ritmo del suo profilo che si interrompe alle labbra, alla loro carnosità. Lei si chiede come fosse da piccolo, la malinconia la rapisce sapendo che conosce solo il suo presente, quel suo sguardo da tombeur de femmes e "il suo modo di specchiarsi corrucciandosi in una smorfia". E poi lui con il pensiero volto a pensare alle cose che gli mancherebbero nel momento in cui non avesse più lei: come il modo che ha di riportarlo a sé dai pensieri nei quali sembra essersi perso. Il ricordo del suo odore, nell’aria dove è appena passata, sulla pelle intorno alle labbra. Lei distoglie lo sguardo e lui le sorride, "trascinandola dentro il suo umore". Lei gli passa la mano, come un rasoio, sulla guancia illuminata dalla luce che arriva, "segue la linea della barba che crepita come un suono di fusa"; per lei il tutto ha una forza ipnotica. Il loro stare insieme è un’emozione che si rinnova identica alla prima volta, mai un movimento impacciato, "non un lembo di stoffa che non si lasciasse sfilare dolcemente". L’incontro è al termine, stanno per lasciarsi, lui attende che lei agisca a ridosso dei suoi pensieri, lei si rende conto di stare assistendo a ciò che sarà poi un ricordo.
L’infinito di amare è il ricordo in un tempo indefinito, senza spazio, della passione di due amanti che, dapprima sensuale, carnale, in una quiete tenue e malinconica, si eleva in una congiunzione poetica e filosofica. Una lettura straordinaria, senza eguali, intensa e molto emozionante.
L'infinito di amare. Due vite, una notte
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