L’inganno di Tangentopoli. Dialogo sull’Italia a vent’anni da Mani pulite
- Autore: Renato Altissimo, Gaetano Pedullà
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2012
Gira e rigira l’argomento Tangentopoli tira comunque in libreria, forse perché mai passato di moda. Per come vanno le cose al momento, viene spontaneo il trito e ritrito “si stava meglio quando si stava peggio”: ieri si arraffava per il partito, oggi per se stessi. I politici targati Prima repubblica avevano quanto meno più spessore culturale e competenza in confronto ai correnti nani, ballerine, veline, imbucati, improvvisati e mangioni di ogni risma proliferanti a livello nazionale e locale.
In questo libro intervista a Renato Altissimo si ripercorre lo scandalo delle tangenti proprio da chi ha sbagliato: qualche avviso di garanzia per finanziamento illecito al partito e successiva condanna.
Altissimo, già segretario del glorioso Partito Liberale Italiano - oggi vive a Londra -, era quel politico che in televisione vedevi sempre in forma smagliante, fisico asciutto, perenne abbronzatura, uno insomma dall’aria di sapersi godere la vita. Ex manager nel settore industriale, varie volte deputato e ministro, Altissimo snocciola la propria versione su Mani Pulite: racconto di parte, il suo, ma lucido e significativo.
Dopo il crollo del muro di Berlino, la magistratura avrebbe avuto mano libera nell’inchiodare alle proprie responsabilità i partiti di allora, usciti distrutti ad eccezione di Msi e Pci: il primo in quanto fuori dall’ arco costituzionale e, quindi, dai giochi di potere; il secondo perché di struttura così bene organizzata da rendere difficile provare l’esistenza di finanziamenti illeciti e corruzioni.
Parte della magistratura avrebbe tenuto un orientamento più morbido verso Botteghe Oscure, rispetto alle altre forze politiche coinvolte nello scandalo.
La discesa in campo del Cavaliere di Arcore avrebbe ribaltato le aspettative della gioiosa macchina da guerra occhettiana, pronta a prendere le briglie del potere per manifesta dissolvenza di democristiani e socialisti, alle prese con avvisi di garanzia e manette.
Tesi, queste, dal sapore revisionista ma con qualche fondamento, forse, da non scartare a priori. Chissà: la Storia fornirà un giorno le risposte.
Senza alcun dubbio, quella classe politica non può però certo passare per vittima sacrificale di giudici prevenuti e in malafede: di degrado e fanghiglia da scoprire ce n’erano eccome, e questa è ormai verità giudiziaria. Un intero assetto istituzionale, stratificato a più livelli, pur con differenti gradazioni di responsabilità, era comunque contaminato dal sistematico ricorso alla corruzione in tutte le sue forme - soprattutto attraverso le cosiddette “dazioni di danaro” con cui i partiti si finanziavano.
Gaetano Pedullà intervista l’ex segretario PLI con domande ficcanti, il quale non nasconde le responsabilità avute in quella vicenda. Il dialogo rivela fatti poco edificanti, intrecci, collusioni e qualche innegabile strumentalizzazione dietro quella clamorosa inchiesta.
Purtroppo, il bubbone, a distanza di vent’anni, sembra tutt’altro che sanato: anzi, le cronache degli ultimi mesi dicono che niente è cambiato, se non addirittura peggiorato.
Non meno interessante, argomentata, partigiana, è l’introduzione del rissoso Giuliano Ferrara.
Forza e coraggio, allora: queste pagine provocanti sul nostro recente passato meritano attenzione.
L'inganno di Tangentopoli: Dialogo sull'Italia a vent'anni da Mani Pulite (Tempi)
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