L’invenzione del piacere. Aristippo e i Cirenaici
- Autore: Michel Onfray
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2014
https://www.sololibri.net/Platone-p...C’è una cosa su tutte che apprezzo di Michel Onfray: il coraggio delle idee. La sua capacità, cioè, di parlare-scrivere fuori dalle righe e dai denti, senza mezzi termini.
Se qualcuno di voi dovesse credere ancora alla filosofia come terreno astratto, un serbatoio sterile di tesi e antitesi paludate, un saggio di Michele Onfray sta lì apposta per provare l’esatto contrario. Con lui persino i padri della patria del pensiero speculativo sono messi a mal partito, soprattutto se in odore di metafisica (il suo “Trattato di ateologia” è qualcosa di autenticamente superlativo, ragazzi miei!), o di millanteria (vedi “Crepuscolo di un idolo” che malmena come si deve il Dr. Freud). In questo suo ultimo “L’invenzione del piacere. Aristippo e i Cirenaici” sono Platone, platonismo, idealismo e giù a discendere fino al pensiero cristiano-trascendentale a uscirne con le ossa rotte, anzi no: letteralmente fatti a pezzi dalla vis polemica di Onfray. Leggete di seguito:
“Nella storia della filosofia occidentale, l’oblio, la denigrazione o l’isterizzazione di Aristippo e dei Cirenaici portano alla luce il sintomo di un rimosso. Di un rimosso e di una nevrosi. In questo caso, si tratta del rifiuto del corpo, inteso sempre come nemico dell’anima, come intralcio alle delizie di una possibile unione con il principio celeste, che quest’ultimo assuma la forma dell’Idea, dell’Uno-Bene o del Dio dei monoteisti”.
Non c’è conciliazione dialettica, insomma, tra chi intreccia i propri capisaldi filosofici nel qui e ora della realtà materiale e chi, invece, specula coi piedi per aria e la testa nel mondo iperuraneo. Il problema è che questi ultimi costituiscono una task force di stazza imponente: poco da fare per un qualsiasi Aristippo di Cirene (435–366 a.C.), condannato alla rimozione, confinato tra le righe, al travisamento strumentale, se non - forse peggio ancora - al ridicolo. Di nuovo Onfray:
“Quando non soffrono di oblio puro e semplice, i filosofi cirenaici devono fare fronte a un doppio fuoco di sbarramento: il deprezzamento qualitativo e la deformazione restrittiva. Da una parte, troviamo i nemici ideologici, quelli cioè che sono interessati a presentare il loro pensiero in forma caricaturale, immaginaria, in modo che sia molto più facile da criticare. E così abbiamo l’Aristippo confinato all’aneddoto preso alla lettera, l’Aristippo crapulone, ingordo, adulatore, travestito, impomatato, calcolatore, avido, rozzo e debosciato; dall’altra parte, invece, quella degli eventuali simpatizzanti, ci si accontenta di riportare la tradizione tramandata con il porta a porta, si saccheggiano le enciclopedie, i dizionari e le opere di divulgazione che riducono il pensiero di Aristippo a pochi tratti abbozzati in fretta, e cioè, sostanzialmente, quelli di uno che difende il piacere costi quel che costi e qualunque esso sia, dal più triviale al più elaborato, senza alcuna gerarchia o riflessione”.
Macché. Il piacere perseguito da Aristippo (allievo di Socrate e sicura fonte ispirativa di Epicuro) punta piuttosto a una misura, a un equilibrio interiore (poggiando sul gioco, l’ironia, l’umorismo). Guardando al popolo piuttosto che all’accademia, alla piazza più che al tempio, secondo un’accezione di corporeità come pulsione di vita, una dimensione liberata, antidoto alla visione autopunitiva e all’odio verso se stessi tanto cara agli adepti del mondo delle Idee.
Tutta la corposa seconda parte di questo libro (un acceso pamphlet libertario?) è dedicata così ai frammenti (i pochi, diretti e indiretti, sopravvissuti ai nostri giorni) del pensatore di Cirene, restituendocelo tutt’altro che in luce soffusa, come un filosofo con il quale comunque fare i conti, senza schematismi né pregiudizi, poiché non di solo idealismo dovrebbe vivere il pensiero occidentale.
Il testo viene ad arricchire la poderosa “Controstoria della filosofia” curata da Michel Onfray, confermandolo maestro dell’anticonformismo speculativo dal taglio acuminato. C’è un’ultima cosa, nemmeno questa da poco: i suoi libri si leggono senza sforzi eccessivi, anzi con estremo piacere.
L'invenzione del piacere. Aristippo e i Cirenaici
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’invenzione del piacere. Aristippo e i Cirenaici
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