L’invenzione di Caravaggio
- Autore: Roberto Cotroneo
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: UTET
- Anno di pubblicazione: 2019
"L’invenzione di Caravaggio" dello scrittore e saggista Roberto Cotroneo non è da intendersi la biografia in senso stretto del grande pittore, in quanto indaga su molti aspetti, di cui alcuni piuttosto singolari che lo riguardano, ma per il tramite di un altro personaggio tutt’altro che marginale: ovvero colui che quel genio lo ha portato alla luce, il critico d’arte Roberto Longhi.
Un doppio ritratto quindi a cui si uniscono al testo scritto alcune fotografie di celebri e stupendi quadri dell’artista cinquecentesco, dato alle stampe da UTET.
Cotroneo attraverso capitoli brevissimi alterna, con un linguaggio secco, ridotto all’essenziale, la vita dell’uno e dell’altro uomo, senza peraltro seguire un ordine tassativo o prettamente cronologico.
Roberto Longhi nacque in Piemonte alla fine dell’Ottocento. La sua brillante carriera inizia presto con una tesi proprio su Michelangelo Merisi, (detto il Caravaggio dal paese in cui si credeva fosse nato, ma in realtà fu il capoluogo lombardo a dargli i natali) e discussa con Pietro Toesca, un importante storico dell’arte. Si specializza poi con un altro importante accademico, Adolfo Venturi.
Durante questi ultimi studi insegna in un liceo dove conosce la futura moglie, che per lui sacrifica molto di sé e dei suoi progetti: la scrittrice Anna Banti (pseudonimo di Lucia Lopresti) la quale scrisse anche un romanzo il cui titolo dice più di mille parole, “Un grido lacerante”. Una storia dove descrive questo amore, le rinunce e anche il carattere particolare dell’uomo che sposò.
Per Longhi infatti la pittura è tutto, viaggia alla scoperta dell’arte e di quegli autori che mettevano da parte la propria personalità per mettere al centro l’arte stessa. Proprio com’era e faceva lui. Aveva un occhio straordinario oltre che competenza e conoscenza della materia, che non significava essere immuni da errori, ma avere intelligenza, fiuto e comprendere dove altri non arrivavano. Capì infatti che le opere di Caravaggio erano «la porta di ingresso per la modernità».
Non solo anticipò i tempi con le sue pennellate, ma quei tempi li generò. Questa formidabile intuizione la espresse nero su bianco in un suo ormai famoso catalogo, redatto a margine della grande Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi tenutasi a Milano nel 1951. Da questo momento in poi niente sarà più come prima nella critica del settore.
Il carattere difficile, fino all’irruenza, lo ebbe pure Caravaggio che commise un omicidio seppur non volontario. Ma l’interrogativo più importante che troviamo nel libro è il seguente: come si è formato il suo mito, visto che all’epoca i quadri non venivano firmati e alcuni sono andati perduti? Considerando inoltre che questo stesso mito è morto senza persone accanto per febbri perniciose a soli 38 anni e di cui dopo si ebbero notizie discordanti? C’era confusione infatti e gli eventi indicati nel libro sono numerosi, alcuni rocamboleschi. Si cita inoltre il devastante incendio del 1945 alla Flakturm Friedrichshain, torri in cemento armato che erano state erette per difendere la città di Berlino e dove furono custoditi 417 dipinti, che purtroppo si perdettero, fra cui tre di Caravaggio molto importanti.
Da non dimenticare poi le copie in circolazione che valevano, se ben fatte, quanto l’originale. Possiamo solo immaginare quindi il lavoro svolto nel Novecento da Roberto Longhi. Fu lui dunque, per rispondere a quell’interrogativo, che formò quel mito ed è sempre grazie a lui, dice Cotroneo, se «oggi Caravaggio poco più di un secolo dopo dalla sua prima scoperta, è quasi un fenomeno pop».
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’invenzione di Caravaggio
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