L’isola degli idealisti
- Autore: Giorgio Scerbanenco
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2018
Una famiglia atipica. Con dei valori. Il dattiloscritto originale di "L’isola degli idealisti" fu gelosamente conservato dalla moglie di Giorgio Scerbanenco, Teresa Bandini Scerbanenco e, grazie al mio fratellastro Alberto, ho potuto averne una copia.
Per questo motivo, sono particolarmente grata a Teresa e Alberto Scerbanenco per avere protetto persino da una guerra "L’isola degli idealisti" e per aver permesso che fosse pubblicato. Credo sia un regalo prezioso per le lettrici e i lettori di Scerbanenco.
Capolavoro. Una sola parola che dice tutto. Lo so, in qualità di recensore dovrei essere imparziale, ma dopo aver letto questo inedito di Scerbanenco… beh, la diga è crollata.
L’isola della Ginestra, detta Ginestrin, un piccolo fazzoletto di terra emerso al centro di un lago, è la dimora della famiglia Raffi. Antonio è il capofamiglia, autoritario ma ironico, al quale bastano poche parole per spiegare un concetto. E sdrammatizzarlo.
I suoi due figli vivono con lui e rallegrano le sue giornate. Carla, la maggiore, è una sognatrice e dedica il proprio tempo alla scrittura, inventando storie e personaggi reali ma anche un po’ (troppo) surreali.
Celestino è medico, come il padre, e ha una visione della vita… diciamo matematica.
Non perde mai le staffe, ragiona su ogni cosa, deducendo la verità da pochissimi elementi, magari nascosti. Quando si mette in testa una cosa non si dà pace finché non riesce nel proprio intanto, fosse anche insegnare la matematica al proprio cane.
E l’ha fatto davvero, non sto scherzando. Con successo.
Per completare il quadro aggiungiamo i due domestici, Vittorio e Jole, che vivono con i Raffi da tempo immemore. Un quadretto dalle tinte pastello, un ritratto dell’Italia della prima metà del ventesimo secolo che rasserena, inondandoci con i suoi valori.
Però a quel quadro manca qualcosa, quella pennellata che potrebbe renderlo più interessante…
A rompere la deliziosa monotonia di quelle giornate ci penseranno Guido e Beatrice.
Due amici di famiglia? Affatto: in realtà sono due topi d’albergo inseguiti dalla polizia.
La loro richiesta? Una notte d’ospitalità, poiché la loro fuga è impedita dalle acque mosse del lago. Antonio non sembra favorevole, la figlia invece è d’accordo. A questo punto l’ago della bilancia sarà Celestino, che accetta di ospitarli ma avanza una richiesta: educarli fin quando non saranno diventati onesti.
Non importa quanto tempo ci vorrà: una settimana, un mese…
All’inizio i due sono riluttanti all’idea, nessuno ha il diritto di cambiarli e decidono di rimanere solo perché costretti dalle circostanze. Poi, però, qualcosa accade, le difese si abbassano e quella curiosa prigionia volontaria inizia a scavare dentro loro...
Soprattutto dentro Beatrice, che è sempre stata abituata a manipolare le persone, soprattutto gli uomini, a proprio piacimento.
Nasce così uno strano rapporto tra i due fuggiaschi e Celestino, ma anche il resto della famiglia sarà coinvolto in una sorta di esperimento matematico che non può portare nulla di buono. A meno che…
Giorgio Scerbanenco è immortale, le sue parole travalicheranno i secoli e chiunque potrà apprezzare la sua arte.
Questo libro ne è l’ennesima prova concreta, una storia che inizia sussurrando per poi esplodere gradatamente in tutta la sua complessità.
Un ritrovamento prezioso, un pietra miliare che finalmente possiamo apprezzare.
L'isola degli idealisti
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