L’opera al nero di Marguerite Yourcenar

Celebre romanzo storico di Marguerite Yourcenar, "L’opera al nero" (Feltrinelli, 1969) descrive con un linguaggio denso di particolari le vicende di Zenone, personaggio immaginario, le sue idee eversive e le attività di alchimista e medico dal 1510 al 1569.

L’autrice racconta della sua nascita illegittima, dei suoi numerosi viaggi in Europa e Oriente, durante i quali si prende cura dei malati ricchi e poveri, proseguendo la sua ricerca in anticipo sulla scienza ufficiale del tempo.
Zenone rappresenta in tutto e per tutto l’Uomo del Rinascimento, in pericoloso bilico fra le restrizioni del Medioevo e le possibilità del mondo moderno. Al suo fianco troviamo una moltitudine di personaggi che caratterizzano non solo il romanzo, ma che ci offrono una panoramica esaustiva e variegata delle figure che si muovevano e decidevano le sorti di un’intera collettività, come ecclesiastici, banchieri, dame e gente di strada. Zenone si muove fra laboratori, strade maestre, chiostri, taverne e prigioni, disegnando a poco a poco il suo destino con le matite dell’ateismo, della messa in discussione di dogmi, precetti, che iniziavano a non bastare più, prendendo ispirazione da personaggi del calibro di Paracelso e Campanella.

Una lettura impegnativa, non facile, sotto certi punti di vista esasperante soprattutto per gli animi inquieti, polemici, che amano credere nella giustizia e nella libertà ed espressione del proprio pensiero: adatto a tutti quei lettori, insomma, che con molta probabilità e per la loro esuberanza d’animo avrebbero avuto le stesse difficoltà del protagonista della Yourcenar, Zenone, ad aderire a certe forme di società.