Non solo molti modi di dire, ma anche numerosi sostantivi e aggettivi della lingua italiana derivano dalla mitologia greca. Uno di questi è la parola panico, che indica il sentimento improvviso di paura e costernazione in cui ci si ritrova a causa di un’azione o di un evento inaspettati.
Com’è noto, la religione greca era politeista, cioè credeva nell’esistenza di più divinità. Gli Dei greci avevano caratteristiche molto diverse fra loro; infatti, si differenziavano per il loro carattere, ma anche per i rispettivi ambiti di competenza. Per esempio, Zeus era il capo supremo e dominatore del cielo, Afrodite era la dea dell’amore, Poseidone il dio del mare e così via.
Gli dei non sempre erano belli come Afrodite; infatti, ce n’era uno in particolare che era piuttosto sgradevole d’aspetto e che per questo non era stato ammesso nel consesso olimpico a fianco delle altre divinità. Era Pan, la divinità che aveva un corpo caprino, un viso barbuto, le corna e la coda.
Secondo l’ipotesi più accreditata, Pan era figlio del dio Ermes e dalla ninfa Driope.
Quando Pan nacque, la madre, spaventata dalla suo terribile aspetto, si rifiutò di allevarlo e lo abbandonò. Ermes, invece, lo portò davanti agli Dei, molto probabilmente per farli divertire.
Nonostante la sua apparenza, Pan aveva molte qualità, per le quali veniva venerato in Arcadia, territorio nel quale spese gran parte della sua vita. Era il dio delle greggi, dei boschi, degli animali selvatici e dei pastori; inoltre, gli sono state attribuite alcune invenzioni, come la siringa. Spesso Pan seguiva Dioniso, il dio dell’estasi e dell’ebbrezza, e faceva parte del suo corteo con le Menadi.
Come si può immaginare, per via del suo aspetto Pan non era molto fortunato in amore, e spesso veniva respinto. Sicuramente fu rifiutato dal bel Narciso e pare che la ninfa Eco, pur di sfuggire alle sue profferte amorose, avesse abbandonato il suo originario aspetto per trasformarsi solo in voce.
Complessivamente, però, Pan non era cattivo; poteva però essere molto molesto e grezzo nei modi e si innervosiva quando veniva disturbato durante il riposo pomeridiano. In questo caso, infatti, si metteva a urlare e il suo grido generava un’immensa paura in chi si trovava in quella zona. Oppure, a volte, Pan si divertiva ad apparire improvvisamente davanti ai visitatori del bosco, provocando in loro un inaspettato terrore.
Come afferma Robert Graves nel suo famoso saggio “I miti Greci”:
“Egli era in complesso pigro e di buon carattere, nulla gli piaceva più della siesta pomeridiana e si vendicava di chi veniva a disturbarlo lanciando dal fondo della grotta o dal folto di un bosco un urlo tale da far rizzare i capelli in testa”.
Per questo motivo, Pan ha dato origine alla parola panico, che noi tutti utilizziamo per indicare uno stato di terrore non facilmente dominabile, e causato da una situazione che si verifica improvvisamente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’origine della parola «panico»: dal mito al sostantivo
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