L’orizzonte della notte
- Autore: Gianrico Carofiglio
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2024
L’avevamo lasciato alle prese con il caso che Lorenza – una relazione di tanto tempo prima – gli aveva chiesto di seguire, ovvero, difendere suo figlio Iacopo, condannato in primo grado a ventiquattro anni di carcere per omicidio.
Cinque anni dopo La misura del tempo (Einaudi, 2019), torna l’avvocato Guido Guerrieri nel nuovo romanzo di Gianrico Carofiglio, L’orizzonte della notte (Einaudi Stile Libero Big, 2024).
Guerrieri è appena rientrato dopo un paio d’ore in tribunale, quando riceve una telefonata dall’amico Ottavio, il proprietario di una libreria piuttosto speciale, l’Osteria del Caffelatte, che apre alle ventidue e chiude alle sei del mattino.
Con un tono concitato, inconsueto per lui, gli chiede di passare all’Osteria. A essersi messa in guai piuttosto seri è la sua amica Elvira Castell: ha ucciso un uomo, l’ex compagno della sorella gemella, Elena, morta suicida qualche settimana prima.
Giovanni Petacci, questo è il nome della vittima, viveva nella casa di proprietà della compagna. Elvira, che provava per lui un odio profondo e lo riteneva corresponsabile del suicidio della sorella, con telefonate e messaggi, gli aveva chiesto più volte di liberare l’appartamento di Elena, ma lui era convinto che fosse un suo diritto restarci tutto il tempo necessario. Quel giorno, dopo averlo raggiunto, hanno avuto un violento litigio e, forse per difendersi da un’aggressione, lei gli ha sparato con una pistola di piccolo calibro eredita dal padre, regolarmente denunciata, ma che ha portato con sé nonostante non abbia il porto d’armi.
Se Elvira Castell – quarantaquattro anni, divorziata, proprietaria di un’impresa di servizi informatici da lei fondata, una donna benestante che abita in un palazzo liberty alle spalle del teatro Petruzzelli, nella zona più elegante di Bari – è responsabile del fatto nei termini in cui glielo attribuiscono, cioè omicidio aggravato dalla premeditazione, rischia l’ergastolo.
La donna afferma di avere dell’accaduto solo un ricordo confuso: è possibile che una persona all’apparenza normale e dotata di un autocontrollo fuori dal comune, protagonista di un’azione violenta e concitata possa non ricordarne i momenti fondamentali?
Secondo il professor Corallo, un esperto in materia, potrebbe trattarsi di un caso di amnesia dissociativa o di amnesia localizzata: una circostanza che permetterebbe di approfondire l’ipotesi di legittima difesa.
Sono queste le premesse su cui si basa la trama de L’orizzonte della notte, che si distingue per il ritmo rapido e la rigorosa precisione psicologica: il caso giudiziario attraverso il quale Carofiglio non solo accompagna ancora una volta il lettore nell’ambiente giudiziario italiano, con le sue procedure e pratiche quotidiane, ma mette in discussione anche le motivazioni di un avvocato e pone domande fondamentali su una professione a volte divisa tra la ricerca della verità e le tentazioni del successo.
Ma questo libro va oltre: riesce a coniugare due generi generalmente distinti: il “legal thriller” e il romanzo psicologico.
L’autore, infatti, non concentra la sua storia solo su questioni procedurali e scene in tribunale, ma a questi aspetti alterna parti che indagano il lato più tormentato del suo protagonista.
La fine della relazione con Annapaola e una mail d’addio inviata da un’altra donna della sua vita, Margherita – “leggerai queste parole quando io non ci sarò più” – hanno aperto una faglia.
Qualcosa di simile a ciò che era successo vent’anni prima, alla fine del suo matrimonio con Sara.
È stato proprio Ottavio a consigliargli un certo dottor Carnelutti, psicoanalista di scuola junghiana, che Guido ha accettato di sentire.
La situazione, infatti, è diventata particolarmente complessa quando ha cominciato a preoccuparsi dell’umore, del benessere e dei sentimenti di Sacco, un sacco di pugilato che ha personificato:
Lo so che questa faccenda dello psicanalista non ti piace molto. Però sono stato costretto ad andarci, altrimenti sarei diventato matto. Come dici? Se parlo con un sacco da boxe sono già matto? […] Il problema, senza offesa, è che sei un po’ troppo taciturno. Sei un ottimo ascoltatore, per carità. Ma sai, a volte uno ha bisogno di qualche commento esplicito, qualche interpretazione, anche qualche consiglio.
Più avvocato che detective, quindi, Guerrieri mantiene la sua passione per le citazioni letterarie, per le riflessioni filosofiche ed esistenziali sull’età che avanza, sul suo rapporto, spesso sfortunato, con le donne…
Durante le sedute psicanalitiche, affiorano i ricordi del passato, i legami familiari, soprattutto con la madre, ed emerge l’importanza dei sogni e la loro interpretazione, il passare del tempo e ciò che può dare senso alla nostra esistenza.
E poi la colpa, la vita, la morte.
Con la consapevolezza, conquistata seduta dopo seduta, di essere ormai pronto per trovare un senso nuovo.
L'orizzonte della notte
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