L’ultimo viaggio - Irène Cohen
- Autore: Maurizio A. C. Quarello
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Orecchio Acerbo
- Anno di pubblicazione: 2015
Paolo Cesari traduce con leggerezza per Orecchio Acerbo L’ultimo viaggio di Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello, un libro illustrato che ci riporta al 1942 in Polonia, sotto il regime nazista. Siamo a Varsavia e un anziano pediatra, il Dottor Korczak, si prende cura di oltre un centinaio di ragazzini ebrei, orfani e poveri, che hanno trovato rifugio in un bel palazzo in via Krochmalna.
I ragazzi sono organizzati in una comunità con regole ben precise e con una vita affettiva vissuta con loro dal Dottore, amatissimo, finché giunge l’ordine da parte dell’occupante di trasferirsi al numero 33 di via Choldna, “dall’altra parte”: un muro separa i normali quartieri cittadini dal Ghetto e i ragazzi vengono guidati dal coraggioso dottore, che organizza il trasferimento non come un normale trasloco, ma come “il viaggio di una grande compagnia di teatro”…
I centosettanta bambini dell’orfanotrofio, preceduti dal loro benefattore, raggiungono a passo di parata e con tanto di stendardo il nuovo rifugio, privati però del necessario, comprese le patate che dovevano garantirne la sopravvivenza. Il dottore, “Pan Doktor”, riveste la sua divisa di soldato, eroico combattente della Prima guerra e orgogliosamente si presenta al comando delle SS per chiedere giustizia per i suoi orfani. Ovviamente sarà imprigionato e torturato, e quando potrà tornare dai suoi protetti, a cui raccontava favole, somministrando affetto, cultura e carezze, non sarà più come prima.
La storia finisce come si immagina, il ghetto sempre più affollato di moribondi e persone destinate alla deportazione per subire la "soluzione finale" progettata per tutti gli ebrei.
“Faceva molto caldo il 5 agosto del 1942. Era ancora mattino presto quando all’improvviso , grida e sibili di fischietto risuonarono in tutta la casa di via Sienna...”
L’ultimo viaggio di 192 bambini e 10 adulti verso il campo di Treblinka, da cui nessuno ritornerà, vede un corteo guidato dal dottore, con un bambino per ciascuna mano, gli altri dietro a seguire. Un messaggio all’ultimo momento prometteva al dottore la libertà che lui rifiutò per seguire la sorte dei suoi orfani fino alla fine.
Come sempre Orecchio Acerbo offre ai suoi lettori una serie di illustrazioni di grande qualità e una grafica accattivante. I caratteri si alternano, maiuscole che occupano grandi spazi nella pagina, per poi tornare a caratteri di grandezza normale che vengono a riempire i vuoti lasciati dalle grandi illustrazioni: disegni monocromi di grande suggestione emotiva, capaci di ricostruire senza retorica una situazione che, pur nella disperazione, sembra ancora suggerire uno spazio alla speranza. Un suonatore di violino, un bambino privo di una gamba, un filo spinato, una foglia accartocciata, delle orme lasciate sul terreno, il volto dell’anziano dottore dietro le sbarre della prigione, si alternano ai bambini che si tengono per mano in un gioioso girotondo, Pan Doktor che porta felice sulle spalle i suoi orfani, i ragazzini che sfilano in una sorta di circo per raggiungere la loro destinazione finale.
Se si vuole raccontare il dramma del ‘900 ai ragazzi di oggi, preda di giochi elettronici e di immagini coloratissime che sfilano a grande velocità sui loro tablet, questo libro offre un’occasione di riflessione profonda sul significato della violenza e della sopraffazione sui più deboli, che somiglia molto a quella che oggi soffrono altri bambini, altri orfani privati di tutto in tante parti del pianeta. La riforma della scuola di cui si dice, piena di promesse, dovrebbe partire dai libri giusti come questo, suggeriti da adulti sensibili a bambini che aspettano da loro proposte etiche grandi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ultimo viaggio - Irène Cohen
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