L’ultimo viaggio dell’imperatore
- Autore: Alberto Cavanna
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
“Waterloo… 1815, domenica 18 giugno: disfatta dell’esercito imperiale francese”.
Il grande condottiero, l’Imperatore dei francesi Napoleone Bonaparte era stato sconfitto dalla coalizione (Regno Unito, Austria, Prussia e altri) guidata dai principali generali alleati, il Duca di Wellington e il generale von Blücher. Waterloo, cittadina belga della Vallonia, era stata testimone della débâcle dell’abile stratega corso. Napoleone aveva messo in bilancio la possibilità di una sconfitta e per questo motivo sulle sue carrozze erano state caricate banconote, preziosi e lingotti d’oro.
Bonaparte, “già capo indiscusso della nazione francese e di buona parte dell’Europa per quindici anni”, nell’aprile del 1814, dopo la disfatta di Lipsia era stato esiliato sull’isola d’Elba, ma dopo un periodo di incertezze ed esitazioni, aveva deciso di “rimettersi in gioco”: il 1° marzo 1815 Napoleone era sbarcato in Francia con mille uomini per riprendersi il trono. Iniziavano così i “Cento giorni” che si sarebbero conclusi con Waterloo.
La battaglia era perduta, ora il generale volgeva i suoi pensieri alla politica, a ciò che stava accadendo a Parigi. Il governo gli chiedeva di abdicare. La Camera aveva votato una mozione che prevedeva che Napoleone abbandonasse al più presto Parigi.
“La sua presenza è di intralcio al nuovo governo”.
Napoleone lascia il palazzo “è l’ultima volta che vede Parigi”. Prima nel palazzo imperiale e poi alla Malmaison, residenza della sua ex moglie Joséphine Beauharnais, Bonaparte alternava momenti di sconforto ad altri di esaltazione e speranza.
“Non ho idea di cosa il destino ha in serbo per me”.
Il suo desiderio era di raggiungere l’America. Ma gli avvenimenti incalzavano, il fato aveva deciso diversamente. Il governo lo aveva scaricato, il 15 luglio Bonaparte con un gesto clamoroso si arrendeva agli inglesi, salendo a bordo della nave HMS Bellerophon guidata dal comandante Maitland. “Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno”, dopo tanta gloria e potere Napoleone, “boney” come lo chiamava il popolo britannico era alla mercé dei “suoi più acerrimi nemici”.
Alberto Cavanna, scrittore ligure, che ne L’ultimo viaggio dell’imperatore svela l’uomo Napoleone, individuo dalle tante sfaccettature e contraddizioni, privo di mezze misure e capace di grandi passioni e intenso rancore, dichiara:
“Ho deciso di raccontare quei quattro mesi della vita di Napoleone che vanno dalla sconfitta a Waterloo fino all’arrivo dell’ex Imperatore nella claustrofobica isola di Sant’Elena proprio perché tutti i libri di storia immancabilmente terminano la sua carriera dicendo che fu sconfitto a Waterloo, abdicò una seconda volta e fu esiliato a St. Elena, come se fossero una serie di passaggi scontati. Invece non lo furono per niente: anzi, fino all’imbarco sul Northumberland, la nave che lo porterà con un viaggio di 70 giorni fino all’isola, nulla era dato per scontato neppure dopo che gli inglesi lo avevano in mano. […] Tutt’altro che una passeggiata, non solo per Napoleone ma anche per gli inglesi che ebbero seri problemi di ordine a bordo con i propri equipaggi”.
Durante il viaggio verso “l’isola delle nebbie” il General Napoléon cominciò a dettare le sue Memorie “per consegnarsi alla Storia, l’unico modo per non interrompere il contatto con il passato”. La complessa personalità di Napoleone continua ad attrarre storici, lettori e semplici appassionati delle sue gesta, perché “la sua eredità nelle odierne istituzioni di molte nazioni è tuttora presente” puntualizza l’autore. Inoltre “l’ex Imperatore dei francesi era perfettamente conscio del fatto di aver chiuso un’epoca e aperto una nuova” precisa lo scrittore che prosegue:
“A quanto mi risulta la ricostruzione in 3D che ho fatto dell’alloggio che gli fu assegnato è un inedito assoluto. Poi ho consultato tutti i diari che furono scritti dalle persone del suo entourage, alcuni dei quali pubblicati che lui era ancora in vita, e poi la saggistica, in particolare quella sull’esilio. Valutate che gli eventi di cui fu protagonista dalla sua eclissi in poi saranno solamente offuscati dalla Grande Guerra: quasi cento anni in cui rimase la figura più importante della storia europea… La mole del materiale scritto è proporzionale alla lunghezza del periodo. La bibliografia del libro è sicuramente una parte importante e rende giustizia alla mia ricerca: solo per reperire i testi ho impiegato circa tre anni”.
Al termine della lettura è giusto ricordare la domanda che si pose Lord Rosebery ai primi del ‘900 nel suo Napoleon: the last phase, Fu un grande, Napoleone? Alla quale lo scrittore replica:
“E la risposta è che furono le stesse facoltà sovrumane che gli avevano permesso di conseguire i suoi risultati a decretarne la caduta. Il giudizio su di lui sarà continuamente revisionato con il progredire degli eventi… Pensiamo al significato che avevano le parole ‘tiranno’, ‘mostro sanguinario’, ‘strage’ e ‘massacro’ nei tempi dei fatti e pensiamo cosa invece significano per noi dopo le due guerre mondiali”.
L'ultimo viaggio dell'imperatore: Napoleone tra Waterloo e Sant'Elena
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