L’universo, gli Dei, gli uomini
- Autore: Jean-Pierre Vernant
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2005
Jean-Pierre Vernant (1914- 2007), uno dei più conosciuti studiosi di cultura greca, autore, fra gli altri, del saggio "L’individuo, la morte, l’amore", con questo libro ha voluto raccontare alcuni dei più importati miti dell’antica Grecia.
Come nacquero il mondo e l’universo? Agli inizi era il Chaos, o Voragine. Per i greci, Chaos precede l’universo come noi lo conosciamo. Chaos
"è un vuoto oscuro dove niente può essere distinto. Si viene ghermiti da Voragine come dall’apertura di fauci immense in cui tutto può essere ingoiato e confuso come in un’unica notte indistinta".
Da Voragine nacque la terra, Gaia, e da essa il Cielo, Urano. Qui si delinea una netta differenza fra il mito e il pensiero filosofico successivo; infatti, per gli antichi Greci l’universo fu generato dal Chaos, mentre Aristotele nega l’esistenza del Chaos sostenendo invece l’eternità del cosmo, accordando alla natura anche un fine teleologico.
Gaia genera Cielo, o Urano, che la ricopre in ogni suo punto. Urano feconda la terra senza sosta, senza lasciarle tregua; Gaia contiene in sé i figli, che, a causa di Urano che la ricopre, non riescono ad uscire e Gaia dà a Crono il falcetto con il quale evira Urano, che quindi dopo un urlo spaventoso si allontana dalla terra, diventando il cielo che noi tutti conosciamo.
Attraverso i miti, i Greci hanno descritto anche i diversi aspetti psicologici dell’essere umano, che rimangono costanti nonostante i cambiamenti sociologici e culturali. Uno di questi è il conflitto fra generazioni e, più in generale, la paura degli anziani di essere sostituti dai giovani. Questa paura è ben espressa dal mito di Crono. Crono non solo evira il padre con un falcetto, ma è anche colui che, per paura di essere esautorato dai figli, li mangia prima che vengano al mondo e fa questo per salvaguardare il suo potere. Secondo Vernant, Crono è "il primo politico"; egli è una "divinità sospettosa, dio di astuzia, di menzogna e di doppiezza". Zeus riesce a liberare i fratelli intrappolati nel ventre paterno e di seguito dà luogo a "quell’universo organizzato", in cui ogni divinità ha la sua prerogativa, i suoi poteri, il suo dominio. Tale universo è nettamente contrapposto a Chaos, dove invece tutto è indistinto.
Nel libro, Vernant descrive anche gli antefatti della guerra di Troia, il personaggio leggendario di Ulisse e le sue avventure infinite dopo la fine del conflitto.
Un intero capitolo viene dedicato a Dioniso, ad Epido e ad Orfeo, miti questi che sono stati fondamentali per lo sviluppo del pensiero occidentale. Dioniso nella mitologia rappresenta il viaggiatore, l’altro, il diverso, "un Dio di nessun dove e di ogni luogo". Personalmente ho apprezzato molto il capitolo intitolato "Rifiuto dell’altro, identità perduta", nel quale l’Autore mette in evidenza l’importanza del confronto con il diverso per la formazione dell’identità personale. Descrivendo le donne tebane impazzite per l’influsso di Dioniso, dio che Penteo non vuole riconoscere perché rappresenta l’estraneo, l’altro da sé, Vernant afferma:
"Coloro che proclamano l’irrinunciabile difesa dei valori tradizionali, i cittadini greci sicuri della loro superiorità, precipitano nell’orrore e nel mostruoso. Come se, nella misura in cui un gruppo umano rifiuta di riconoscere l’altro, di fargli spazio, fosse questo gruppo stesso a diventare mostruosamente altro".
A differenza di altri saggi che raccontano i miti, la scrittura di Vernant è scorrevole, leggera e comprensibile; il narratore ha il pregio di focalizzare gli aspetti più importanti delle singole vicende e di estrapolarne il significato sempiterno. Attraverso lo studio dei miti possiamo esplorare e meglio conoscere i lati più profondi della nostra personalità, anche quelli più bui, senza però sentirci in colpa, perché essi non riguardano solo noi, ma l’intero genere umano. Questa è la ragione per cui raccomando la lettura di questo saggio.
L'universo, gli dèi, gli uomini. Il racconto del mito
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