L’uomo che guarisce i morti
- Autore: Stefano Veroux
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Salvatore Zappulla, classe 1978, edicolante di professione, orfano di madre e di padre, vive con i nonni paterni e la sorella Assunta a Chianchitta, frazione di una ridente cittadina ionica, noto centro turistico, Almoetia.
Abitudinario, Salvatore ogni mattina dopo essersi fatto la barba, ascoltando e cantando famose arie di note opere liriche, svolte le prime incombenze d’obbligo, si reca nell’unico bar del paese beve un caffè o mangia una granita, fa quattro chiacchiere con gli amici e poi apre l’edicola, ereditata dal nonno. Salvatore, oltre ad avere una passione sfrenata per la musica classica, è l’archetipo dell’uomo siciliano: parla di donne, pensa alle donne, fantastica sulle donne, conclude poco con le donne.
E’ per colpa di una donna, Catena Intelisano, avvenente vedova per ben due volte, trapiantata a Milano da anni che Salvatore finisce in ospedale fulminato, sì fulminato mentre, su una spiaggia appartata, stava per fare l’amore.
“Oggi, 15 agosto, alle ore 11,11, è stato ricoverato d’urgenza presso codesto ospedale Salvatore Zappulla, fu Ignazio, vittima di fulminazione. Da una prima ricognizione il paziente risulta in discrete condizioni ma la prognosi al momento resta riservata. Mi preme sottolineare che il degente è tenuto in coma farmacologico, di conseguenza, non sono stati ancora valutati eventuali e tutt’altro remoti, danni cardiovascolari e cerebrali”.
“L’uomo che guarisce i morti” di Stefano Veroux (Amazon Media, 2014) è il quadro ironico, divertente, irriverente, dissacrante della provincia siciliana, metafora di quella italiana. Suddiviso in tre parti, vita, morte e miracoli, con brevi capitoli dai titoli esplicativi tratti da famosi aforismi, l’ultimo romanzo di Veroux come ammette lui stesso:
“è un viaggio, (…) divertente fra le credenze popolari, le superstizioni e il senso religioso che caratterizzano la nostra sana e divertente provincia”.
L’autore con l’uso sapiente di pennelli dai vari colori ritrae una variegata umanità formata da tipi, macchiette e caricature di se stessi, ma pur sempre tipi umani veri, reali: la vecchia maestra Assunta Culoso; il classico vitellone di provincia Turi Schedina, padre Minnazza biondo e affascinante, parroco esorcista di paese, la nonna Assunta Caronia, sempre ansiosa e apprensiva, il nonno Benito, trovato morto nel letto dell’amante tedesca, il becchino faccendiere Fortunato Tresalme e inoltre, il farmacista, il medico di famiglia, il sindaco, padre di Tindaro fidanzato di Assunta, sorella del nostro fulminato Salvatore e le sue amiche tutte rigorosamente zitelle e pettegole.
Fuori dal “mucchio” Assunȿao Navidad in Zerbo un bellissimo viado brasiliano l’unico con cui Salvatore può confrontarsi, chiacchierare e confidarsi.
La vita a Chianchiatta, a un passo da Almoetia, scorre sempre uguale, scandita dal ritmo degli antichi orologi a pendolo nelle vecchie case e dal mutare repentino delle stagioni. A scuotere questo lento e sempre uguale tran tran quotidiano, la notizia del priapismo di Salvatore, dopo la fulminazione, e del miracolo che un suo semplice tocco possa risvegliare pure i morti. E anche se Stefano Veroux ci tiene a ribadire che ogni riferimento a persone, luoghi esistenti, e fatti realmente accaduti è puramente casuale per chi è nato in questa zona i riscontri sono facili e fanno ridere, fanno tanto ridere, perché si sa il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
L'uomo che guarisce i morti
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