L’uomo di casa
- Autore: Romano De Marco
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2017
È come se avessero staccato da un mese la spina di un congelatore pieno di bistecche. Una puzza nauseante aggredisce la detective Gina Cardena all’arrivo sul luogo segnalato, al civico 312 di un quartiere popolare di Richmond, in Virginia. Accade nel 1979.
Comincia con la macabra ricostruzione della scena di un crimine orrendo, a danno di minori, il più recente thriller del valoroso giallista Romano De Marco, “L’uomo di casa”, edito da Piemme (2017, pp. 322, euro 17,50).
Si sarebbe quasi tentati dall’omettere quello che scopre l’agente afroamericana, ma proprio non si può fare a meno di raccontarlo. Sei cadaveri di bambini, in un giardino trascurato, mal sepolti sotto il patio, chiusi in sacchi neri della spazzatura. Dei cani randagi ne hanno dissotterrato uno… età apparente appena tre mesi.
L’abitazione è affittata da un anno a una donna di trent’anni. Molto schiva, non aveva contati con nessuno. Fatta irruzione, la sorpresa. Un altro, al piano superiore, ancora vivo.
Poco meno di quarant’anni dopo, stesso Stato, città diversa, sobborgo questa volta ricco e ridente, ben altra donna. Sandra Morrison, trentanove anni, una figlia di quindici, deve trovare la forza di vivere dopo lo shock della morte del marito. Hanno trovato Alan seduto in auto, nel parcheggio di uno dei quartieri più malfamati di Washington, con la gola tagliata e i pantaloni abbassati. Forse vittima di una prostituta, con cui si attardava, mentre moglie e figlia lo aspettavano tranquille in casa, a Vienna, sempre nello Stato della Virginia.
L’azione rimbalza indietro, al 1979. Gina Cardena è in ospedale, vuole interrogare nei limiti del possibile la vittima mancata della Lilith di Richmond, com’è chiamata con un nome da strega l’introvabile rapitrice di bambini. Il superstite può avere otto, nove anni, forse più. È denutrito, disidratato, in uno stato semicatatonico. Era ammanettato al termosifone di un ripostiglio, in una pozza di urina ed escrementi. È probabile che non mangiasse e non parlasse da giorni. Inoltre, è stato sottoposto a ripetute percosse, che gli hanno provocato una decina di microfratture non curate. Sono lasciate saldarsi da sole.
Si torna ad oggi. Sandra sta cercando di ricollegare i fili della sua vita. L’omicidio del marito, a scopo di rapina - così lo ha classificato la Polizia - le ha tolto ogni certezza sull’uomo col quale ha vissuto serenamente per diciotto anni. La figlia adolescente non è più la stessa, si è chiusa, sembra accusarla di qualcosa. Non ha elaborato la perdita e non ne parla mai, mentre Sandra non nasconde a nessuno quanto è accaduto, sebbene le circostanze possano risultare imbarazzanti. Dice tutto anche al nuovo vicino, un uomo atletico, più giovane di lei, fisico scolpito, bello come un attore. Si chiama John Kelly, dice di essere un giornalista e scrittore. Si direbbe attratto, le ronza intorno. E alla Morrison non dispiace affatto.
Capitoli a rimbalzo tra il 1979 ed oggi, una tecnica narrativa non insolita. Ma qui c’è una terza parentesi: propone le considerazioni riservate di qualcuno, che scrivendo in prima persona rivela i contorni di un progetto sinistro.
“Non è finita. Non ancora” - annota - “Alan Sandford deve aver lasciato qualche traccia della sua ricerca. File, fotografie, appunti, qualcosa dev’esserci per forza. Qualcosa che dimostri la sua ricostruzione dei fatti. Ho frugato per giorni senza trovare niente, in quella casa non c’è nulla che possa ricollegare Alan Sandford a me. A noi”.
Lo sconosciuto si domanda se la moglie non sia a conoscenza. L’ingenuità che dimostra potrebbe non essere autentica. Questo la espone a un attento controllo.
“Devo osservarla, seguirla, annotare ogni mossa, precedere ogni sua iniziativa.
Devo capire se è sincera, se davvero è all’oscuro di tutto o se finge.
Perché se sa qualcosa e lo sta nascondendo, allora anche lei è una minaccia. E sarà la prossima a morire”.
Il tempo passa e il soggetto si convince che lei nasconda qualcosa. Non si può vivere accanto ad una persona senza sapere. Secondo il misterioso osservatore, Alan Sandford aveva tutto: un lavoro importante, una casa confortevole, una bella famiglia. Ma non gli bastava.
“Ha voluto indagare su un passato che non gli apparteneva, che non aveva niente a che fare con lui”. Nelle sue “smanie di dispensatore di giustizia”
non ha considerato che certe persone sono pronte a tutto pur di difendere la propria libertà.
Ma via, è tutto chiaro! C’è un collegamento tra i delitti di Lilith e il presente. Sembra assodato che… È poi certo che sia tutto tanto scontato? Sarebbe sbagliato credere di avere il bandolo della matassa in mano. E poi si perderebbe l’opportunità di continuare a leggere un thriller molto ben costruito. D’altra parte, lo stile fluente, arioso e comunque incisivo di Romano De Marco, la sua maniera originale di costruire il giallo, non consentono di chiudere il libro prima d’essere arrivati in fondo.
Chi lo farà (leggere fino all’ultima, ma proprio l’ultima pagina), non avrà di che pentirsi.
L'uomo di casa
Amazon.it: 6,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’uomo di casa
Lascia il tuo commento