L’usignolo
- Autore: Kristin Hannah
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
Non è facile per me commuovermi, il mio coinvolgimento è sempre “attento” a non lasciarsi mai sopraffare, a non restare mai inerte, a mantenersi vigile; eppure non stavolta, non all’epilogo di questo splendido romanzo “L’usignolo” (Mondadori, 2016), in cui tutte le emozioni trattenute trovano sfogo!
Sarà il leggere di una epoca, la seconda Guerra Mondiale, che porta con sé, memorie non troppo lontane, con fiumi di efferatezze e crudeltà inaudite!
Questo romanzo di Kristin Hannah ha tutto questo, è tutto questo e anche tanto di più.
Due sorelle, Vianne e Isabelle, cresciute senza l’affetto paterno, private anzitempo del calore materno, affrontano, o così sembrerebbe, in una Francia sull’orlo dell’occupazione tedesca, in maniera differente il loro dolore e il loro desiderio di attenzioni. L’arrivo della guerra farà davvero la differenza, perché, laddove Vianne, rimarrà a casa, ad attendere il marito Antoine e a proteggere la figlia Sophie, la giovane, bellissima e impetuosa Isabelle vorrà e farà di più, unendosi ai partigiani per contrastare l’inesorabile avanzata tedesca!
“La sua amata città era come una cortigiana un tempo bellissima e ora invecchiata, dimagrita, stanca e abbandonata dai suoi amanti. In meno di un anno il frastuono incessante degli stivali militari tedeschi sulle strade aveva privato quella maestosa città della sua essenza, e le svastiche su ogni monumento l’avevano sfigurata”
La scrittrice qui dà una panoramica così fedele e minuziosa della “quotidianità” di quei giorni bui, che risulta naturale rimanerne avvolti, soffrire con loro, provare paura per loro, sperare per loro! Si crea, a quel punto, almeno in me, un conflitto interiore, tra il voler aver provato, in quei seppur tristi giorni, quel senso di fratellanza, quella solidarietà disinteressata, quel senso del “giusto”, che il moderno sentire ci ha fatto ahimè perdere, e al contempo, il sollievo per esserci risparmiati orrori e crudeltà che hanno, per forza, cambiato e segnato un’intera generazione.
Questo romanzo inoltre diventa davvero un’ode alle donne, a quel meraviglioso, coriaceo monolite, che racchiude in sé la forza di mille uomini!
“Sono gli uomini a raccontare storie. Le donne invece vanno avanti. Per noi è stata una guerra nell’ombra. Non ci sono state parate per noi quando è finita, nessuna medaglia o menzione nei libri di storia. Durante la guerra abbiamo fatto ciò che dovevamo, e quando è cessata, abbiamo raccolto i cocci e ricominciato le nostre vite da capo”
L'usignolo
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