La Banda Brancati
- Autore: Vladimir Di Prima
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Vladimir Di Prima arriva ai lettori con un prodigioso romanzo di grande bellezza narrativa e "umanamente" divertente, con brevi contraccolpi di sincera disperazione: La Banda Brancati (A&B editrice, 2021). Il libro si apre sulla figura dello scrittore Vitaliano Brancati, che dal paese siciliano dove villeggiava, Zafferana Etnea, nel 1954 si mise in treno per lasciare la Sicilia e andare al Nord, dove lo aspettava un’operazione in ospedale, una cosa di poco conto, anche se nell’aria c’è qualcosa di definitivo, di già compiuto.
E dopo queste pagine conosciamo il narratore, un certo Vladimiro. È un ex-giovane (ha trentanove anni) con enormi ambizioni di diventare lo scrittore di punta di un grande editore, ma si accascia nella sua pigrizia, cercando forse oltre alla fama anche una donna da amare e con cui creare una famiglia. Un giorno sta passeggiando con un certo intellettuale di nome Renzo, di cui non diremo l’identità (per scoprirlo non resta che comprare il libro). Sarà proprio Renzo a dirgli di scrivere in modo semplice, anche una paginetta al giorno; poi il romanzo troverà man mano una sua struttura.
Ci troviamo così nel corpo di questo romanzo, fatto di tante cose: dei ricordi di Brancati, preziosi, che non è mai da solo ma con Ercole Patti — a volte ci sono Moravia, Pasolini e Renzo. Lo scrittore prende le informazioni da una signora comparsa all’improvviso e che dorme all’albergo Emmaus. Una signora che sembra conoscerlo alla perfezione, la signora Cesti, con cui gira per Zafferana e i comuni limitrofi. La donna sembra conoscere benissimo Brancati, mette in scena un tradimento duraturo dello scrittore de Il bell’Antonio con sua madre. Una donna bionda che Brancati amò moltissimo, e il nostro di scrittore sembra non crederle fino in fondo, perché una cosa è parlare di donne con gli amici, o una simpatia di un giorno, un’altra tradire sistematicamente la donna della sua vita, l’attrice di teatro Anna Proclemer, ai tempi molto famosa, che faceva spesso coppia con Giorgio Albertazzi.
Quando non scrive, il trentanovenne parla del suo amore per il calcio, di come si è evoluto... Sono pagine su una passione che resterà tale, perché Vladimiro, narratore e protagonista di questo romanzo, non era in grado di reggere la partita. Si stancava o giocava male. C’è sempre la vita immaginaria, in cui è bravo quasi quanto Maradona, e la vita reale, in cui in realtà è un giocatore piuttosto mediocre. Ma la stessa cosa capita con la signora Cesti: è sempre lei a decidere dove andare e quando, quasi che il narratore del romanzo fosse costantemente preda di un’allucinazione.
Poi ci sono le donne. Quelle immaginate e quelle reali. Spesso le donne reali pensano al sesso, intesa come prestazione sessuale senza nessun coinvolgimento sentimentale. Poi ci sono le “brave ragazze”, a volte troppo giovani per la sua età, che chiedono sicurezza, un buon lavoro. La verità è che nessuna papabile trova affascinante il mestiere dello scrittore, visto come occupazione provvisoria da accompagnare con un altro lavoro, continuativo e duraturo.
E poi ci sono le amiche, soprattutto Esterina, che legge le carte, che lo conosce nei suoi difetti, la pigrizia, la noia devastante. Vladimir, o Vladimiro, come lo chiama la signora Cesti, riesce a usare una scrittura anche sensuale, passionale, ma sembra anche conoscere bene il disprezzo di sé, la sensazione di nullità, un desiderio di morte, che lo tenga lontano dalla voglia di emergere, di diventare famoso sul serio, quanto o più grande di Brancati stesso.
Il finale, sorprendente e anche un po’ grottesco, lascia molto dubbi; pochi però ne restano a proposito di Vladimir Di Prima. È nato un grande scrittore, che può aspirare a case editrici famose, che può trovare la donna giusta. Essere addirittura felice. E noi glielo auguriamo.
La banda Brancati
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