La Biblioteca segreta di Einstein
- Autore: Fabio Delizzos
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
Il thriller comincia in una Bologna assetata dalla siccità persistente e poco illuminata dopo il tramonto, per il risparmio dell’energia elettrica disposto dalle autorità.
Al buio, di fronte a Palazzo Re Enzo, c’è un cadavere riverso sulla fontana del Nettuno. Ai piedi, l’equazione della relatività, E=mc², scritta con un gessetto. In tasca, la copia ripiegata di un quotidiano, datata 19 luglio 1945.
Niente da dire se le vicende raccontate dall’ottimo Fabio Delizzos si svolgessero oggi: piovosità scarsa, elettricità razionata, formula einsteniana e il Resto del Carlino. Invece il nuovo e dodicesimo successo per le Edizioni Newton Compton, La biblioteca segreta di Einstein (ottobre 2022, 352 pagine), è ambientato nel 1921.
Mi sa che già questo eccita la giusta curiosità, ma sarà bene aggiungere qualcosa, limitandosi beninteso alle prime pagine del chrono-thriller e alle anticipazioni diffuse da casa Newton, marchio editoriale di riferimento del cinquantatreenne di natali torinesi, cresciuto in Sardegna e romano dal 2002.
Laureato in filosofia a Cagliari, musicista e creativo pubblicitario, Fabio Delizzos è autore tra i più seguiti. Dal 2010, tutti thriller storici i suoi magnifici dodici (con questo) e tutti bestseller, per l’orgoglio della casa editrice capitolina. Sono tradotti anche all’estero e hanno reso la sua firma una garanzia di qualità narrativa e di presa sui lettori. In ordine cronologico, il penultimo e precedente è stato L’inganno Machiavelli, nel 2021.
La particolarità della nuova storia del mistero è che Delizzos non ricorre a salti temporali da un secolo all’altro, ma porta il futuro direttamente nel passato, in un intreccio di per sé più attraente di una calamita.
A proposito di misteri: ce ne sono altri. Uno riguarda sempre la copia del quotidiano bolognese. Nell’ottobre 1921, il giornale che reca una data del 1945 non ha neppure una pubblicità ed è pieno di fotografie che riprendono esclusivamente uomini ebrei, a giudicare dalle menorah e dai simboli israeliti in evidenza.
Ebreo è anche Leonida Pardo, alle prese con il primo omicidio da quando è diventato investigatore capo del Corpo degli agenti investigativi a Bologna. Nell’abitazione di un collezionista di orologi antichi, osserva il cadavere del padrone di casa con la gola recisa da una lama affilata. Il sangue è fuoriuscito in abbondanza, imbevendo le coperte del letto e la camicia bianca, sbottonata a metà. L’uomo ha i pantaloni slacciati. La giacca è per terra.
Elia Luzzatto può avere venticinque-trent’anni. Snello, mani senza calli, capelli ben pettinati all’indietro. È circonciso, ebreo. La morte improvvisa gli ha lasciato un’espressione di incredulità negli occhi e un’aria pulita da bravo ragazzo, che rende la visione ancora più penosa. Sulla fronte gli è stato tracciato E=mc², con un rossetto cremisi.
La stessa formula di Einstein scritta col gesso accanto al giovane dall’aspetto distinto trovato morto ai piedi della fontana del Nettuno. Potrebbe non essere deceduto per un malore, può essere stato anche quello un omicidio.
Magari siamo di fronte al primo assassino matematico della storia del crimine.
O assassina, entrata insieme a lui. La vittima in casa non pare essersi difesa. Mancano segni di effrazione nella porta d’ingresso, le finestre sono ben chiuse. Il rossetto e la situazione farebbero proprio pensare a una compagnia femminile.
E una donna è stata intravista scappare dalla fontana del Nettuno, la sera del 12 ottobre. Zoppicava.
In effetti, chi leggerà saprà subito che a sgozzarlo con un rasoio è stata una giovane, che parla con uno strano accetto tedesco. Molto bella, sensuale. Cocainomane. Prima di abbandonare la casa dello scienziato che ha ucciso, ha fatto entrare un uomo con una lunga cicatrice sulla guancia sinistra. Lo sconosciuto, a lei ben noto, ha prelevato un unico pezzo tra tutti quelli collezionati, contenuto in una scatola d’ottone, con uno sportello di vetro che metteva in vista il quadrante rotondo di un orologio elettrico.
Sfregiato è anche l’uomo che medita cattivi pensieri su Gemma, la diva emergente del cinema muto, amante del funzionario Pardo. Si sono conosciuti l’estate precedente. Uno squilibrato l’aveva tormentata per mesi, inviandole messaggi di morte, ossessionandola con pedinamenti e appostamenti; non potendola avere, voleva ucciderla. Leo era stato incaricato di scortarla con discrezione. Una sera, mentre Gemma tornava a casa, l’estimatore folle era spuntato dalle tenebre e l’aveva aggredita con un coltello. Non si aspettava che dietro di lei ci fosse un reduce di guerra abituato a uccidere.
Ma lo stesso Leonida è a sua volta soggetto a minacce. Sono già due le teste di maiale con una pallottola in bocca che gli hanno fatto trovare davanti al portone di casa.
Sì, ma Einstein? Lo stesso 13 ottobre, decide di correre in Italia, dopo avere ricevuto un telegramma a Berlino, da Firenze-Fiesole, mentre era febbrilmente impegnato nei calcoli sulla teoria relativistica del campo unificato.
Il testo è in tedesco:
Mio caro Albert, purtroppo devo darti due brutte notizie stop a Bologna uomo morto in piazza del Nettuno con accanto E=mc² scritta col gessetto stop sono entrati ladri a casa nostra ma hanno rubato soltanto il contenuto del tuo baule stop denunciato alla polizia stop noi stiamo bene. Tua sorella Maja.
In casa Luzzatto, spiccava un’edizione del romanzo di fantascienza Un’esplorazione nel futuro. La macchina del tempo, dello scrittore inglese H. G. Wells.
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