La Frontiera
- Autore: Alessandro Leogrande
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2015
Alessandro Leogrande fa comprendere qui il significato odierno della parola frontiera, un termine che ha avuto un enorme valore nella storia della cultura occidentale, adesso divenuto di stringente attualità, in ragione del numero di vittime e delle dimensioni epocali del fenomeno delle migrazioni.
Ne “La frontiera”, però, il punto di osservazione è diverso. Si racconta la migrazione con una scrittura finissima, guardando al fenomeno obliquamente, cogliendo quello che spesso sfugge a una visione immediata. Si parla di umanità, di temporaneità, sul solco di una tradizione gloriosa di un giornalismo narrativo che sembrava tramontato. L’emigrazione non è solo un evento o un processo ma va inteso come un punto di vista per guardare al futuro di un mondo pieno di prospettive, specie per i giovani. Migliaia di persone arrivano dalla costa libica, una frontiera nuova che si configura anche come un superamento di frontiere precedenti, non più un limite geografico tra due Paesi ma tra due parti del mondo.
La scrittura di Alessandro Leogrande racconta ciò che sta accadendo con una straordinaria leggerezza, sulla scorta di grandi scritture europee ed americane dell’intero Novecento; vi è la capacità di narrare attraverso l’immedesimazione, si raccontano storie di uomini per mostrare l’importanza dello strumento narrativo per chiarificare e illustrare la Storia dei nostri tempi.
Già autore di “Uomini e caporali” che trattava il tema dello sfruttamento, Alessandro Leogrande con questo libro, con una scrittura immediatamente percepibile e mai noiosa, riesce a tenere pienamente desta l’attenzione del lettore. Il libro si configura in parte come un romanzo che racconta l’intersecarsi delle vicende di più personaggi e in parte come cronaca d’attualità. Non si parla solo dei viaggi e dell’emigrazione ma, soprattutto, ci si chiede perché tutto questo accada e si ricostruisce il contesto attraverso il dialogo con i migranti. Emerge il degrado degli Stati da cui partono e le responsabilità dell’Occidente, specie per gli Eritrei, provenienti da un ex colonia italiana.
Un prete eritreo don Mussie Zerai, perseguitato dai servizi segreti del suo Paese, rifugiatosi in Vaticano nel Collegio copto, è un antenna sensibilissima sull’esodo eritreo in Italia. Sembra che tutti coloro che “viaggiano” abbiano in tasca il suo numero di telefono, dal momento che sta scritto anche sulle mura delle prigioni libiche e persino sui cassoni. E risponde al vero quello che si racconta perché il suo telefono squilla di continuo e molti naufraghi si sono salvati chiamandolo, affinché avvertisse la Guardia Costiera.
Nel libro si parla anche di quello che avviene in Grecia, di Alba Dorata e dei fenomeni populisti nostrani; vi è oltre la frontiera questa realtà trasversale che si va consolidando e l’utilità di questo libro consiste nel rischiararne l’orizzonte. Intense le pagine in cui si descrivono i dialoghi con gli immigrati e i luoghi come i centri sociali che offrono accoglienza, anche se spesso sono etichettati come luoghi di eversione; una chiave di lettura che distoglie dal problema reale spostandolo su un piano diverso e altro.
La frontiera
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Un libro veramente utile e necessario per capire i meccanismi socio-politici che sono alla base del fenomeno delle moderne migrazioni. Ma anche un affresco approfondito dell’umanità, ’vista’ nella sua interezza e ’percepita’ nella sua unicità e complessità. Il lettore ne esce con un accresciuto senso storico delle vicende contemporanee, e con la consapevolezza che gli consente di leggere gli eventi presenti alla luce delle tante storie che formano la Storia.