La Sibilla. Vita di Joyce Lussu
- Autore: Silvia Ballestra
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2022
Nella cinquina finalista del Premio Campiello, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu di Silvia Ballestra (Laterza, 2022) è la biografia non convenzionale di Beatrice Gioconda Salvadori Paleotti, per tutti Joyce Lussu (1912-1998).
Filiazione diretta del saggio Joyce L. Una vita contro. Diciannove conversazioni incise su nastro che l’autrice marchigiana pubblica nel 2012 per Dalai Editore, è una composizione polifonica a più voci.
Ora a parlare è la protagonista attraverso le pagine dei suoi scritti. Ascoltiamo la testimonianza dei biografi che hanno esplorato le nicchie di una vita piena e luminosa, malgrado i momenti bui che non furono pochi. Talvolta si inserisce la voce di chi a diverso titolo la frequentò, insieme ai ricordi di famiglia.
Infatti non solo Silvia Ballestra è imparentata alla lontana con Joyce Lussu, ma negli anni Novanta ebbe il privilegio di incontrarla più volte nel “buon retiro” a San Tommaso, frazione nel comune di Fermo.
Il risultato è un intarsio narrativo ben riuscito, perché la Ballestra sa bene come e dove condurre la scrittura.
Le pagine introduttive generano nel lettore l’attesa di conoscere la vita di una donna, di cui viene anticipata l’eccezionalità. Figlia di intellettuali progressisti e antifascisti della prima ora - di nobili origini e alto profilo in esilio a Ginevra -, Joyce gode di opportunità fuori dal comune in termini di formazione, esperienze, viaggi, contatti. Curatore e mentore delle sue prime prove poetiche fu l’amico di famiglia Benedetto Croce. L’amore della vita fu Emilio Lussu. Durante gli anni universitari nella Germania di Weimar, dove già si addensano le nubi del nazismo, se va a un concerto… è quello di Toscanini che dirige Wagner.
Ciò detto, non si sottrasse a lavori umili o privazioni di ogni tipo dettati da scelte, circostanze, necessità. Instaurò legami profondi con persone di ogni ceto sociale, con particolare predilezione per le donne del popolo, emarginate dalla cultura patriarcale che combatté tutta la vita. A mio avviso, questo è uno degli aspetti della sua personalità che fa di lei un’aristocratica nel senso più ampio del termine. Capace di pensare in grande, vivere in modo frugale, rapportarsi con tutti nello stesso modo.
La storia l’ha vista in azione, l’ha subita e fatta, ha contribuito a scriverla, l’ha analizzata in saggi pionieristici. Invitata nelle scuole in tarda età, non smette di esprimere alle nuove generazioni le sue idee su argomenti che scuotono e interrogano la coscienza civile.
Emerge il ritratto di una donna libertaria, femminista, anticonformista, cosmopolita, poliglotta, dalla cultura fuori dal comune, che fa della politica il centro della propria identità, senza dimenticare l’impegno e la gioia di essere mamma. Non poteva essere diversamente per chi, come lei, era stata amata da due genitori sui generis per i parametri italiani che cercò di non deludere.
La biografia apre il sipario nel 1933, anno dell’incontro con Emilio Lussu. Per Joyce, che di anni ne ha 21, “fu il colpo di fulmine dei romanzi dell’Ottocento”.
L’autore di Un anno sull’altipiano, superata la quarantina, è un mito rivoluzionario ricercato dalle polizie europee, OVRA in primis. Malgrado le apparenze, i due hanno molto in comune oltre all’impegno antifascista: un carattere intransigente, intrepido, appassionato; una volontà ferrea, pragmatismo e coerenza rara.
Sono due compagni accordati e sintonizzati su frequenze multiple: sentimentali, d’intelligenza, di risoluzione pratica di problemi, di tensione morale e politica.
Il resoconto del loro sodalizio nella Resistenza europea e nella lotta partigiana, iniziato dopo l’occupazione tedesca di Parigi, non ha niente da invidiare a una spy story. In coppia portano a termine missioni pericolose, viaggiando per l’Europa in una girandola di false identità. Ci vogliono sangue freddo, fegato e pensiero creativo. Particolarmente avvincente è la ricostruzione della missione della sola Joyce, nome in codice “Simonetta”, che nel settembre del ‘43 riuscì ad attraversare la Linea Gotica per prendere contatto con gli americani nel Sud liberato.
Altrettanto interessante la parte dedicata al suo innamoramento per la Sardegna, perché di innamoramento si trattò:
Joyce verrà profondamente cambiata dalla Sardegna e dalle donne sarde, ma anche molte donne sarde cambieranno a contatto con lei. Di loro scriverà per tutta la vita. Entrerà in contatto con la parte più ancestrale dell’isola e il suo sguardo sarà da storica più che da antropologa.
È stato il poeta Nazim Hikmet a presentarmi Joyce Lussu, la sua traduttrice italiana che ignorava le sonorità del turco, quanto lui quelle della lingua del nostro paese. Eppure trovarono nel francese il ponte per mettere in comunicazione le loro sensibilità. Anche come traduttrice Joyce aveva uno sguardo speciale. Profondo come il lago dei suoi occhi. Una magnifica lettura.
La Sibilla. Vita di Joyce Lussu
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Sibilla. Vita di Joyce Lussu
Lascia il tuo commento