La signora in blu di Javier Sierra

La signora in blu di Javier Sierra (Longanesi, 2008, trad. P. Spinato) è un thriller storico con un tocco di paranormale, che racconta un clamoroso mistero attraverso le storie di tre personaggi principali.

Strani sogni turbano le notti dell’americana Jennifer Narody: una misteriosa figura femminile si mostra a popolazioni indigene con lo scopo di evangelizzarle. Jennifer chiede supporto a una psicologa, ma anziché sentirsi tranquillizzata è sempre più incuriosita da questi sogni, che sembrano collegati tanto al passato della sua famiglia quanto al programma militare segreto al quale Jennifer ha partecipato — e che in seguito ha lasciato a causa delle precarie condizioni psicofisiche.

In Europa si intrecciano le strade di altri due personaggi cardine di questo romanzo.
Padre Baldi, musicologo e frate benedettino, si reca in Vaticano chiamato da un confratello coinvolto con lui in studi segreti sugli effetti della musica e di determinate frequenze sonore. Venuto a conoscenza del presunto suicidio di questi, cerca di fare luce sulla sua morte.

Carlos, invece, giornalista spagnolo che aveva intervistato padre Baldi anni prima e che ora lavora per una piccola rivista che si occupa di paranormale, inizia a seguire una pista particolare. Quella di una suora che avrebbe il potere di spostarsi nel tempo e nello spazio. Insieme a un fidato amico fotografo inizia una ricerca sulla storia di suor Maria Jesus de Agreda, vissuta nel XVII secolo e nota per essere al centro di un clamoroso caso di presunte apparizioni presso i nativi americani.

Fulcro della vicenda è il furto di un prezioso manoscritto dalla Biblioteca Nacional di Madrid. Un furto che in qualche modo ricollega tutti i personaggi e che cela un segreto talmente grande da minare le fondamenta della stessa Chiesa.
In questo romanzo l’autore si ispira a fatti storici. L’intreccio è notevole, ma il finale frettoloso non soddisfa affatto le curiosità sollevate da tale complessità.