La bambina adottata di Daniela Biancotto

“La bambina adottata” (Leone Editore, 2017) di Daniela Biancotto è un libro che affronta un argomento difficile e complesso.

È la storia di una adozione complicata: due coniugi decidono di adottare una figlia, come segno di coronamento del loro amore, purtroppo però, Bianca si rivelerà essere una ragazzina piena di problemi, incapace di accettare l’affetto che le viene donato, senza nulla chiedere in cambio. Ha un passato turbolento, una suora l’ha indottrinata malamente, ha un carattere impossibile e, in ultimo, c’è l’incapacità di psicologi ed assistenti sociali di fornire un sostegno adeguato al nascente nucleo familiare.
La madre narrante accusa e si accusa, si scusa e si giustifica, sente un dolore e un senso di solitudine che va oltre ogni confine ma sempre, anche nella rabbia e nel dolore, dimostra di amarla più di se stessa.
Nel proseguo della narrazione si avverte, comunque, che la condizione di Bianca e la solitudine della madre non sono che la punta di un iceberg. Il senso di abbandono di Bianca è lo specchio del senso di abbandono della madre stessa. Così come la ribellione di Bianca, oltre ogni limite, è specchio della rabbia della madre verso le istituzioni che aiutano a rinforzare il danno più che l’aiuto.

“La bambina adottata” induce a riflettere sull’adozione, mostra le intrinseche difficoltà di questo istituto. Colpisce la forza di questa madre e la volontà di non arrendersi, anche quando, invece, dichiara esplicitamente di essersi arresa. Stupiscono la cura delle parole e la totale assenza di refusi.
È un tuffo al cuore delle emozioni, soprattutto quando afferma:

“presi coscienza di amarla profondamente, ed immensamente, sicuramente più della mia stessa vita”.

Ecco la luce in fondo al tunnel: una fioca, lieve, percettibile speranza.
Un testo molto ben scritto, che agisce sul cuore e sui sentimenti. Unica pecca il racconto di un evento, come quello dell’adozione, forse troppo intimo e personale per essere inserito nella narrazione di un romanzo. Personaggi emotivamente ed intimamente ben descritti, narrazione lieve e veloce. Un libro che fa pensare e induce alla riflessione, soprattutto, sul significato dell’adozione e sul modo di porsi delle istituzioni.