La bambina che somigliava alle cose scomparse
- Autore: Sergio Claudio Perroni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2019
Pulce è una bambina impertinente, simpaticamente impertinente. I suoi genitori e i suoi nonni la rimproverano spesso. Pulce così un giorno decide di scappare. Nel suo girovagare sola per la città, Pulce incontra persone e si imbatte in situazioni che ci rivelano la sua eccezionale capacità di trasformarsi in un battibaleno in chiunque e qualunque cosa.
Pulce insomma, con una grazia che solo a lei appartiene in maniera straordinaria, si muta agli occhi di chi incontra nella chiave persa, nella poesia da tempo sognata, nella torta di Saro distrutta per caso, nella voce e negli abbracci per una pietra fredda e nuda, nel blu esplosivo di una tavolozza piena di colori, in un vecchio romanzo che una deliziosa vecchina non è riuscita a finire di leggere, nella cintura di un dottore sconsolato che ha arrestato un’emorragia di un bambino, in un testo adeguato di una canzone famosa, in un corpo per un ombra triste e solitaria, nella nuvola in cui si rifugia il passero terrorizzato.
Insomma Pulce ha un incredibile talento, regala un sorriso a chi lo ha perduto consegnando a lui, lei, animale o pianta che sia ciò di cui ha bisogno. Non sappiamo, - e di fatto neanche ci interessa saperlo -, se sia un’illusione ottica o una proiezione psicologica a noi basta che questo avvenga, con gentilezza, con amore, con fantasia. Pulce ci riesce grazie all’esperienza di amici, parenti e conoscenti che ci viene raccontata brevemente nelle “fonti” a piè di pagina. Note geniali che ci riportano con i piedi per terra.
Ancora una volta Sergio Claudio Perroni ci ha incantato con un romanzo-favola scritto divinamente bene. Uno stile incantevole per un racconto magico. “La bambina che somigliava alle cose scomparse” (La Nave di Teseo, 2019), accuratamente illustrato da Leila Marzocchi, è la storia di una moderna e femminile “principessa” nell’anima, una bambina di sette anni, vivace, cocciuta, indipendente, ma che possiede la grazia, la generosità, la curiosità di chi è fiera e libera di “assomigliare a se stessa e diventare esattamente com’era”. Pulce si apre agli altri, chiede, scruta attentamente, empaticamente entra nella sofferenza di chi incontra, vuole sapere e per questo pone domande. Pulce non è invadente. Pulce è positivamente e amorevolmente curiosa e questo le permette di essere salvifica, di essere essenziale. “La bambina che somigliava alle cose scomparse” è la favola dei piccoli di ogni età e dei grandi ancora disponibili alla meraviglia. E noi adulti per età, ma fanciulli nell’anima ci siamo innamorati perdutamente di Pulce e delle sue ingegnose trasformazioni.
La bambina che somigliava alle cose scomparse
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